Report, l’accusa dell’ex dipendente a Santanchè: «Ho lavorato per lei e La Russa durante la Cig Covid»

Federica Bottiglione, in causa di lavoro a Roma, parla con Raitre. La storia dei compensi per Ki Group e le frasi della ministra in Senato

Federica Bottiglione, ex dipendente di Visibilia, dice che mentre era in cassa integrazione lavorava in Senato. Come assistente di Daniela Santanchè e di Ignazio La Russa. Con cui aveva un contratto di consulenza. E aggiunge che nessuno le aveva comunicato di stare usufruendo della Cig Covid a zero ore. Il racconto, che getta ulteriori ombre sui conflitti d’interesse del presidente del Senato, Bottiglione lo ha fatto alla trasmissione Report, che lo manderà in onda stasera su Raitre. Ma in ballo ci sono anche soldi. La ministra del Turismo avrebbe infatti sottoscritto un patto parasociale con il compagno Canio Mazzaro. Che le permetteva di avere di fatto il controllo di Ki Group. E ha incassato, tra stipendi e indennità per le cariche sociali, 2,5 milioni di euro in 9 anni. Durante l’audizione in Senato Santanchè aveva detto di averne portati a casa molti di meno (27 mila) ma in tre anni.


Bancarotta fraudolenta e falso in bilancio

Le anticipazioni della nuova puntata di Report le raccontano oggi il Fatto Quotidiano e La Stampa. Santanchè è indagata dalla procura di Milano per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Insieme a lei il compagno Dimitri Kuntz D’Asburgo Lorena e la sorella Fiorella Garnero. Bottiglione decide di parlare “in chiaro”, ovvero senza censure sulla sua immagine. In Visibilia ricopriva la carica di responsabile degli affari societari. Con questo incarico poteva interfacciarsi con Consob. Nell’intervista afferma di aver lavorato in Visibilia durante l’emergenza Covid mentre era in cassa integrazione a sua insaputa. Tra il 2020 e il 2021 percepiva circa mille euro al mese. Che nel periodo dell’emergenza le venivano corrisposti a titolo di rimborso spese. Nel frattempo lavorava in Senato per La Russa e Santanchè: le sue mansioni erano andare a prendere la posta nella casella e controllare quella elettronica.


La ministra

La ministra aveva dichiarato che l’ex dipendente «non ha mai messo piede in Visibilia dall’entrata della sua cassa integrazione». In effetti nelle carte della causa davanti al giudice del lavoro di Roma e precisamente nella memoria dell’8 giugno – gli avvocati ammettono che la dipendente per l’azienda «ha svolto determinate attività (senza mai mettere piede nei locali aziendali), ricevendo e inviando mail». E nel frattempo lavorava in Senato (fino al 2021). Per quegli incarichi la lavoratrice «emetteva fatture mensili». Per questo, scrivono gli avvocati, «Visibilia Editrice, viste le contestazioni mosse nel ricorso, ha ritenuto opportuno definire la posizione sotto il profilo retributivo-contributivo». Versando i 37 mila euro nel marzo 2023. Ieri Santanchè è stata contestata in Versilia proprio sul caso.

Gli stipendi

La donna dice in trasmissione che non riceveva buste paga nei termini di legge. Quando se ne è lamentata le hanno risposto: «Come per gli altri, facciamo rimborsi chilometrici. A quel punto ho chiesto: ma c’è Covid, c’è il lockdown, nessuno girava, dove sono andata?». Sugli emolumenti di Santanchè lei stessa in Senato ha detto: «Da Ki Group srl negli anni 2019, 2020 e 2021 ho incassato complessivamente 27 mila euro lordi, in tutti e tre gli anni. Per gli anni precedenti, 2014, 2015, 2016, 2017 e 2018 (…) ho percepito dalla capogruppo mediamente un valore lordo annuo di circa 100 mila euro in maniera fortemente decrescente negli ultimi 3 anni». Ovvero, conta il Fatto, in totale 527 mila euro in 8 esercizi. L’analisi dei bilanci effettuata da Report però mostra altri numeri.

2,5 milioni da Ki Group

Ovvero, tra il 2014 e il 2018, 1,7 milioni. Per poi arrivare a quota 2,5 milioni, secondo Report, nel 2021. Mentre l’ex compagno Mazzaro ha incassato 7 milioni. All’epoca la società perdeva 2,7 milioni di euro solo nel 2016. Nel 2021 l’azienda ha licenziato la quasi totalità dei suoi 77 dipendenti. Il personale è poi fuoriuscito definitivamente dall’azienda nel corso del 2023, «quando io già da tempo non avevo alcun ruolo», si è difesa la ministra in Senato».

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