Oltre cento medici accusano Matteo Bassetti: «Va sottoposto a procedimento disciplinare»

Le accuse contenute nella lettera però sembrano molto vicine alle tesi sostenute dal mondo no vax

Con una lettera indirizzata al prof. Alessandro Bonsignore, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Genova, 123 medici hanno chiesto che il collega Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, venga «sottoposto a procedimento disciplinare dall’Ordine Professionale». Secondo i medici il celebre infettivologo ha fatto una serie di violazioni. «A partire dal primo paragrafo del giuramento – spiegano – per cui il medico deve esercitare la professione in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento, contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l’indipendenza della professione e di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute». Le accuse stilate nella lettera però sono molto vicine alle tesi sostenute dal mondo no vax.


Tra le accuse anche quella di una pubblicità per un noto portale

Tra le accuse principali, quella di «aver attaccato i colleghi che volevano informare i loro pazienti sui vantaggi e svantaggi della inoculazione definendoli cattivi maestri» e l’aver «insultato i colleghi che in scienza e coscienza trattavano i loro pazienti con farmaci tradizionali (antinfiammatori, idrossiclorochina, cortisonici, eparina) poi rivelatesi estremamente efficaci alla pari di stregoni, esaltando allo stesso tempo le linee guida ministeriali (paracetamolo e vigile attesa) violando il principio che obbliga un medico a non farsi condizionare dalla burocrazia o da conflitti d’interesse». Bassetti viene inoltre accusato di aver «propagandato la sicurezza e l’efficacia di un farmaco tutt’ora in via di sperimentazione (BionTech-Pfizer e Moderna)», oltre ad aver «ha offeso e denigrato illustri medici (Luc Montagnier per primo e per questo è stato condannato)», fino all’accusa di aver «ha prestato la propria immagine per pubblicità non di natura sanitaria ledendo il decoro dovuto alla figura del medico».


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