In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀGiovaniInvalsiItalia

Uno studente italiano su due finisce le scuole senza capire ciò che legge. E il Sud resta indietro fin dalle elementari – I dati Invalsi 2023

12 Luglio 2023 - 12:01 Redazione
I risultati allarmanti contenuti nel Rapporto annuale Invalsi. Il ministro Valditara: «Nel Meridione i ragazzi saltano troppi giorni di scuola»

La metà degli studenti che terminano le scuole superiori non è in grado di comprendere ciò che legge come dovrebbe in base al percorso di studi fatto fino a quel momento, né di destreggiarsi degnamente con la matematica. È l’esito sconfortante dei test Invalsi 2023, raccolti e sistematizzati nel Rapporto presentato questa mattina alla Camera. Soltanto il 51% di chi arriva al termine del ciclo scolastico, in effetti, raggiunge almeno il livello base di comprensione del testo, il 50% esatto quello base di matematica. Ma il panorama è tutt’altro che omogeneo sul territorio nazionale: in italiano i divari tra le diverse aree del Paese, specialmente tra Nord e Sud, raggiungono i 23 punti percentuali, in matematica addirittura 31 punti. Va appena meglio con l’inglese: stando ai test raccolti, il 54% dei maturandi raggiunge il livello B2 nella prova di lettura, il 41% in quella di ascolto – trend in leggero miglioramento rispetto all’anno scorso. Per il presidente di Invalsi, i dati sconfortanti sul rendimento scolastico non fanno che confermare l’impatto catastrofico avuto dalle interruzioni nei percorsi di apprendimenti in epoca pandemica. «È giusto dire che assistiamo ad un effetto “long Covid”», ha commentato Roberto Ricci, segnalando la fatica di tornare ai livelli di rendimenti pre-pandemia. «Gli apprendimenti sono un continuum, se si inseriscono discontinuità questo finisce per avere un peso».

Lacune e divari tra Regioni sin dalle elementari

Le lacune degli studenti italiani cominciano molto presto, sin dalle scuole elementari. Qui, secondo i dati del Rapporto, i risultati sono addirittura peggiori rispetto agli anni passati «in tutte le discipline osservate». In italiano il tasso di alunni che raggiunge almeno il livello base si attesta su base nazionale al 69% dopo la seconda elementare (-3% rispetto al 2022), e al 74% dopo la quinta volta (addirittura -6% rispetto all’anno scorso). Forte calo anche per i rendimenti in matematica: 64% di allievi al livello base dopo la seconda elementare (-6%), 63% dopo la quinta (-3%). Oltre uno studente della scuola primaria su tre, insomma, non raggiugne le competenze matematiche di base per tutto l’arco di questo ciclo. Tra i forti divari regionali, si segnalano tanto per l’italiano quanto per la matematica risultati particolarmente deludenti in particolare in Calabria, Sardegna e Sicilia. «Ciò significa che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi», commenta l’istituto Invalsi, che fa a capo al ministero dell’Istruzione.

L’unico spiraglio di luce nei test di inglese

Nel prosieguo dei cicli di apprendimento, ossia alle scuole medie, in effetti, in alcune regioni del Mezzogiorno appena uno studente su due comprende correttamente ciò che legge, e il 35-40% non sa leggere o comprendere un testo in inglese. A livello generale, comunque, pare quanto meno arrestato in questa fase del ciclo scolastico il calo degli apprendimenti in italiano e matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, sottolinea il Rapporto, ma c’è poco da festeggiare, perché non si registra alcuna decisa inversione di tendenza. Solo gli esiti di Inglese – sia listening sia reading – risultano in miglioramento, mentre rimangono molto marcati i divari territoriali.

L’interpretazione di Valditara

Secondo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intervenuto alla presentazione del Rapporto Invalsi, le cause dei divari «enormi» tra le Regioni «sono tante: la fragilità sociale dei territori innanzitutto», ma anche la percentuale di assenze nelle scuole del Sud: «nel 2019 è stata di 15 giorni all’anno in più rispetto a quelle del Nord, che per 13 anni significa perdere quasi un anno scolastico: non è così banale».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti