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Al Nord si lavora quasi due mesi in più rispetto al Sud (anche includendo il nero) – I dati dello studio Cgia Mestre

15 Luglio 2023 - 11:42 Redazione
Secondo l'analisi dell'Associazione, nel 2021 il numero medio delle giornate retribuite al Nord è stato pari a 247, al Sud, invece, a 211

I lavoratori dipendenti del settore privato del Nord lavorano quasi due mesi in più all’anno dei lavoratori dipendenti del Sud. È quanto emerge dall’analisi della Cgia di Mestre, che tiene conto delle ore lavorate “in nero”, che non possono essere incluse nelle statistiche. Secondo il report, nel 2021 il numero medio delle giornate retribuite al Nord è stato pari a 247, al Sud, invece, a 211. Quanto alle retribuzioni giornaliere, al Nord si sono attestate in media a 100 euro, mentre al Sud a 75 euro, con una differenza di circa del 34%. «È la diffusione del sommerso a rendere l’occupazione del Mezzogiorno fragile e povera – scrive l’Ufficio studi -. Se non cominciamo a contrastare efficacemente il lavoro irregolare, il divario Nord-Sud è destinato ad aumentare, danneggiando tutto il Paese». Dal report si evidenzia che «oltre alla presenza di un’economia sommersa più diffusa che nel resto del Paese che, statisticamente, non consente di conteggiare le ore lavorate irregolarmente, nel Meridione c’è poca industria, soprattutto hig-tech, e una limitata concentrazione di attività bancarie, finanziarie e assicurative». E la Cgia Mestre conclude: «Il mercato del lavoro è caratterizzato da tanti precari, molti lavoratori intermittenti, soprattutto nei servizi, e tantissimi stagionali legati al mondo del turismo. Inoltre, si fa meno ricerca, meno innovazione e il numero dei laureati che lavorano nel Sud è contenutissimo. La combinazione di questi elementi fa in modo che gli stipendi percepiti dai lavoratori regolari siano statisticamente più bassi della media nazionale».

Dove lavorano di più gli operai e gli impiegati?

Secondo il report gli operai e gli impiegati con il maggior numero medio di giornate lavorate durante il 2021 sono stati stati registrati nella provincia di Lecco (259,5 giorni), e a seguire in quella di Vicenza (258,2 giorni) e in quella di Treviso (256,9 giorni). Le province dove i lavoratori sono stati “meno” in ufficio o in fabbrica durante il 2021 sono state invece Nuoro (193,7 giorni), Messina (193,4 giorni) e Vibo Valentia (177,2 giorni).

I dati sulle retribuzioni per città

Nel 2021 la retribuzione media giornaliera più elevata d’Italia è stata erogata ai lavoratori dipendenti del settore privato occupati nella provincia di Milano (124 euro), a cui seguono Bolzano (104,8 euro), Parma (103,8 euro). Gli stipendi giornalieri più bassi, invece, sono stati erogati a Cosenza (66,8 euro), Vibo Valentia (66,7 euro) e a Ragusa (66,5 euro). Nel confronto tra retribuzioni medie giornaliere, risulta che i dirigenti italiani abbiano ricevuto un compenso del 577% superiore rispetto a quello degli operai.

I settori in cui si è guadagnato di più

I settori in cui le retribuzioni giornaliere nel 2021 sono state più elevate sono state registrate nel settore della Finanza e assicurazioni (170 euro lordi), nell’estrattivo (163,5 euro), e nel comparto energetico (161,3 euro). Quelle più basse, invece, sono state registrate tra i dipendenti degli imprenditori del settore noleggio-agenzie di viaggio e dei servizi alle imprese (68,2 euro) e quelli degli addetti al settore ricettivo e alla ristorazione (56 euro).

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