Veronesi dopo La Bohème bendato: «Non è stata un’idea di Sgarbi. Il regista ha imbrattato l’opera di Puccini»

Il maestro d’orchestra rivendica il gesto: «La rivisitazione in chiave sessantottina dell’opera è uno scempio»

Alberto Veronesi rivendica come la sua la scelta di dirigere bendato la prima de La Bohème, sottolineando che non si sia trattato di un gesto politico ma di una legittima protesta alla politicizzazione dell’opera di Puccini da parte del regista e dello scenografo. Ha fatto scalpore la manifestazione di dissenso andata in scena alla prima de La Bohème al festival pucciniano di Torre del Lago. E nelle ore successive Vittorio Sgarbi si è intestato il gesto: «È un’idea mia e lui ha fatto bene a seguirla», ha detto il sottosegretario alla Cultura. A La Stampa, il maestro Veronesi però lo smentisce: «Con tutta la stima che ho per lui, la benda è idea mia. Con l’amico Sgarbi nei giorni precedenti abbiamo parlato di questo mio disagio e che volevo fare qualcosa, lui ha convenuto che un gesto fosse necessario ma niente di più». I dissapori con il regista Christophe Gayral sono iniziati presto e secondo il direttore d’orchestra la protesta è diventata necessaria quando, dopo alcuni confronti, quanto stabilito insieme non è stato poi trasposto sul palco. «Quando ho scoperto la deriva che aveva preso (l’opera, ndr) eravamo all’ultima settimana, alle provo, non potevo tirarmi indietro a causa della mia funzione». Veronesi contesta al regista una politicizzazione dell’opera di Puccini che tradisce le intenzioni dell’autore. «Per me non puoi imbrattare le opere di Puccini, Wagner o Verdi ed essere esaltato come l’eroe del momento», ha detto al quotidiano torinese, «ancora più grave se dietro, da parte del regista, c’è una precisa presa di posizione politica. Non sono i simboli comunisti a preoccuparmi, ma il ’68 francese e il comunismo con Puccini non c’entrano nulla. Il farlo è solo strumentalizzazione, è tradirne lo spirito, è fuorviante. Non voglio partecipare a questo scempio». Veronesi rivendica poi i suoi trascorsi politici, prima in sostegno a Sala poi candidato con Fratelli d’Italia in Lombardia. «Mi considero una persona libera, le mie posizioni non interferiscono con il fatto artistico», assicura, commentando poi anche il caso Venezi, «il fatto che il governo attuale, abbia un nuovo orientamento fa sì che gli artisti si possano esprimere più liberamente verso un certo sistema di potere».


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