La carica dei negazionisti del caldo record: «Siamo in estate. Greta Thunberg? Vada in Cina»

Mentre l’ondata colpisce l’Italia c’è chi dice che non c’è nulla di strano. Eccoli

Fa caldo ma non per tutti. O meglio: mentre l’ondata di caldo record colpisce l’Italia c’è chi dice che non c’è niente di strano. Perché siamo in estate ed è normale così. Il negazionismo climatico che già aveva parlato durante l’alluvione in Emilia-Romagna torna d’attualità. Anche in politica. E quindi, se la premier Giorgia Meloni dice che il centrodestra non è fatto di «pericolosi negazionisti», c’è chi si schiera. Come per esempio, racconta Repubblica, il parlamentare della Lega Claudio Borghi: «D’estate fa caldo. Non c’è nessun motivo di creare allarmismo. Alcuni ghiacciai si sciolgono, ma questo fa parte della storia del mondo». Poi c’è l’eurodeputata Silvia Sardone. Che definisce Greta Thunberg una “gretina”. E poi aggiunge: «Ho due figli, figurati se non vorrei l’aria più pulita. Ma serve pragmatismo».


La transazione green è «insostenibile»

E ancora: Carlo Fidanza, big meloniano a Bruxelles, ha una posizione diversa. Più politica: dice che «i cambiamenti climatici ci sono sempre stati nel corso dei millenni e vanno affrontati senza toni apocalittici. La transizione ecologica è un obiettivo condiviso, che noi mettiamo in pratica a tutti i livelli di governo nei quali siamo impegnati. Sono le modalità dettate da Bruxelles che non ci convincono: target irrealistici da raggiungere in tempi troppo ravvicinati; nessun rispetto del principio di neutralità tecnologica: l’elettrico tutto e subito e l’ostilità al biocarburante condannano intere filiere industriali; mancanza di reciprocità e nuova dipendenza dalla Cina. A queste condizioni la transizione green diventa insostenibile».


Maurizio Gasparri

Ma è Maurizio Gasparri il più schierato. Il senatore di Forza Italia in un colloquio con Matteo Pucciarelli parla di «aspetti speculativi» dietro battaglie come quella di Greta Thunberg. Poi fornisce la sua esperienza diretta: «Sono stato poco tempo fa in Giordania e c’era un caldo più che sopportabile. Battute a parte: penso che l’umanità abbia attraversato vari momenti, dove ci sono terre c’erano dei mari, sono accadute molte mutazioni. Non ce la possiamo cavare col fatalismo e va bene, ma sono contrario alle esagerazioni e poi credo occorra spalmare su una tempistica meno improvvisata la politica europea:il cambiamento va fatto ma la transizione da qui al 2035 non è fattibile». Secondo Gasparri questo è «un problema planetario. Noi a livello europeo causiamo il 7 per cento dell’emissione dell’anidride carbonica del pianeta, quindi va affrontato il dossier Cina, India e il resto del pianeta. A me ad esempio ha colpito che Greta non sia andata a Pechino, dice che non prende l’aereo, allora vada in moto… Marco Polo con altri mezzi c’è andato secoli fa, perché lei no? Ha idea di come producono e di quanto inquinano?».

Il Duce e la malaria

Secondo Gasparri lo scetticismo della destra sul cambiamento climatico c’è «perché la destra è il realismo. La sinistra è l’illusione, l’utopia, l’idea che siamo tutti uguali anche se poi non è così. E anche tanta demagogia. Tempo fa in Rai a una trasmissione ho sentito che parlavano delle bonifiche del Duce, come se fosse stata una specie di devastazione ambientale di un ecosistema, e consideri che lì prima c’era la malaria: ora, se fra tutte le cose, dobbiamo contestare pure quella…».

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