Via d’Amelio, Giorgia Meloni spiega perché non andrà alla fiaccolata per Paolo Borsellino

La premier nel giorno dell’anniversario della strage: prepariamo una legge sui reati di mafia

La premier Giorgia Meloni non andrà alla fiaccolata in onore di Paolo Borsellino e i cinque membri della sua scorta. Oggi ricorre l’anniversario della strage di via D’Amelio. La presidente del Consiglio alle 8.50 deporrà la corona nella davanti alla lapide in memoria dei poliziotti uccisi: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. A seguire farà visita alle tombe di Giovanni Falcone nella chiesa di San Domenico e di Paolo Borsellino nel cimitero di Santa Maria di Gesù. Ci sarà anche Elly Schlein. La segretaria del Pd parteciperà al minuto di silenzio assieme alle Agende rosse di Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato, nell’ora esatta della deflagrazione di 31 anni fa: le 16.58. Meloni ha spiegato in una lettera al Corriere della Sera perché non ci sarà.


La lettera

Meloni se la prende innanzitutto con lo «stucchevole tentativo» di strumentalizzare «la mia impossibilità a prendere parte alla fiaccolata». «C’è chi ha addirittura scritto che avrei disertato le commemorazioni perché «in crisi con il mito Borsellino», aggiunge. Spiegando che non sarà alla fiaccolata per motivi di ordine pubblico. Ma ricorda che da ragazza provò un rifiuto della mafia di fronte alle immagini della strage. Proprio quel rifiuto l’ha portata «fin qui, da semplice militante di un movimento giovanile alla presidenza del Consiglio dei ministri. Per questo, non posso che essere profondamente orgogliosa del fatto che il governo che oggi presiedo abbia avuto, dal suo primo giorno, la determinazione e il, coraggio necessario ad affrontare il cancro mafioso a testa alta». E intanto il suo governo, rivendica la premier, ha «messo in sicurezza presidi fondamentali come la restrizione dei benefici penitenziari».


Il nuovo provvedimento

E quindi, sostiene Meloni, «se oggi boss mafiosi del calibro di Matteo Messina Denaro sono detenuti in regime di 41 bis lo si deve esattamente a questo impegno». La premier rivendica anche le assunzioni nelle forze dell’ordine. E annuncia «un provvedimento che dia un’interpretazione autentica di cosa si debba intendere per “reati di criminalità organizzata” e che scongiuri il rischio che gravi reati rimangano impuniti per effetto di una recente sentenza della Corte di Cassazione». Infine, conclude, «la lotta alla mafia è parte di noi, è un pezzo fondante della nostra identità, è la questione morale che orienta la nostra azione quotidiana. Lo dobbiamo a Paolo Borsellino, ed a tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la giustizia e hanno reso onore all’Italia».

Foto copertina da: Dagospia

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