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Iran, foto di un’attrice senza velo nel manifesto: il governo vieta il Festival del cinema

L’immagine finita nel mirino del ministro della Cultura ritraeva Susan Taslimi in una scena del film “La morte di Yazdguerd”

«Il ministro della Cultura (iraniano, ndr) ha personalmente emesso un ordine per impedire la 13esima edizione dell’Isfa Short Film Festival, poiché ha utilizzato l’immagine di una donna senza velo sul suo manifesto». Con queste parole – riportate dall’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna – è stato vietato il noto festival cinematografico a Teheran, che si sarebbe dovuto svolgere a settembre. La donna che era stata raffigurata sul manifesto è l’attrice iraniana Susan Taslimi. L’immagine era stata tratta da una scena del film La morte di Yazdguerd del 1982. All’epoca le donne non era obbligate a portare il velo. Ma l’anno successivo, nel 1983, è stata introdotta una legge che obbliga le donne, sia iraniane che straniere, di indossare il velo e abiti larghi negli spazi pubblici. Pertanto, l’immagine presente sul manifesto del festival è stato considerato dal governo un insulto alla legge. Questo evento si inserisce in un più ampio contesto che vede da mesi il governo iraniano in forte contrasto con la popolazione.


Cos’è successo in questi mesi

A settembre 2022 le strade di Teheran hanno iniziato a riempirsi in segno di protesta contro l’uccisione di Mahsa Amini, la 22enne di origini curde morta sotto custodia della polizia morale dopo essere stata fermata perché non indossava correttamente il velo. Le proteste sono continuate per mesi e si sono estese rapidamente in diverse città dell’Iran. Il governo non ha mai accolto le istanze sollevate dalle giovani donne che tutti i giorni scendevano in piazza e, anzi, ha messo in atto una serie di azioni repressive, come le interruzioni di Internet, le restrizioni aull’uso dei social media e i sempre più diffusi black out nelle città. Di recente, a metà luglio di quest’anno, la polizia nazionale è tornata con il pugno di ferro annunciando di aver ripristinato le pattuglie tra le strade delle città iraniane così da poter sorvegliare il rispetto della legge sul velo e punire le donne che non osservano l’obbligo di indossare l’hijab. Pattuglie che erano state istituite sin dalla Rivoluzione islamica del 1979 e poi scomparse dalle strade del Paese dopo la morte di Mahsa Amini. Si stima che da quando sono iniziate le proteste sono stati uccisi almeno 500 cittadini dalle forze dell’ordine e quasi 20mila gli arrestati.


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