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Il governo riscrive il Pnrr: dal rischio idrogeologico alle ferrovie saltano interventi per 16 miliardi. Fitto: «Nessun taglio, saranno tutti rifinanziati»

27 Luglio 2023 - 18:00 Simone Disegni
Il governo verrebbe usare i fondi stralciati per «gonfiare» il programma RepowerEu. E lanciare un nuovo Ecobonus per le famiglie a basso reddito

Il governo Meloni rimette mano al Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel modo più ampio e incisivo visto sin qui. Sin dalla campagna elettorale, e poi nei mesi al governo, Meloni e i suoi avevano annunciato la necessità di rivedere in profondità il Pnrr, giudicando una serie di interventi previsti di fatto irrealizzabili, quanto meno nei tempi previsti dal cronoprogramma concordato con l’Ue. Oggi prende infine forma la revisione, guidata dal ministro cui è delegata la partita, Raffaele Fitto. Alla conclusione della riunione della cabina di regia sul Pnrr, l’esecutivo ha annunciato infatti i contorni della revisione. Primo punto certo: saranno esclusi dal Piano, e dunque «definanziati», nove progetti per un ammontare di spesa di quasi 16 miliardi (15,9 per la precisione). Per una serie di progetti – sotto l’elenco completo – sono emerse infatti secondo l’esecutivo «criticità rilevanti che non consentono la conferma del finanziamento a valere sul Piano».

Le misure escluse dal Piano e quelle rimodulate

Ecco quali sono le categorie di progetti stralciati dal Pnrr e qual è lo stanziamento originario corrispondente, secondo quanto riportato nel piano di modifica adottato in cabina di regia: interventi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni per 6 miliardi; progetti di rigenerazione urbana per 3,3 miliardi; piani urbani integrati per 2,5 miliardi; gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico per 1,3 miliardi; idrogeno in settori hard-to-abate per 1 miliardo; servizi e infrastrutture sociali di comunità per 725 milioni; promozione di impianti innovativi (incluso offshore) per 675 milioni; valorizzazione dei beni confiscati alle mafie per 300 milioni; tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano per 110 milioni. Tra le misure oggetto di rimodulazione, ci sono invece una serie di interventi sul fronte dei trasporti, chiesti dallo stesso ministero di Matteo Salvini: escono dalla scadenza del 2026 i lavori di ammodernamento della tratta ferroviaria Roma-Pescara, due lotti della Palermo-Catania e una parte degli investimenti per lo European rail traffic management system. Le risorse, fa sapere il Mit, saranno utilizzate su altri lotti delle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania.

L’idea di un nuovo Ecobonus per le famiglie a basso reddito

Il governo assicura comunque da un lato che le risorse corrispondenti saranno riprogrammate per sostenere altri interventi «coerenti e realizzabili nei tempi previsti», dall’altro che gli interventi esclusi dal Piano saranno rifinanziati tramite altri strumenti. L’esecutivo conterebbe in particolare di recuperare i quasi 16 miliardi sacrificati dal Piano rafforzando il programma di RepowerEu, che conta su una dote iniziale di 2,7 miliardi. Tra i progetti che potrebbero rientrarvi, almeno nei piani del governo, un nuovo Ecobonus «dedicato espressamente alle abitazioni private» cui dovrebbe andare una dotazione di 4 miliardi. «La misura andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni – si legge nella sintesi della revisione del Piano – e si basa sulle consuete detrazioni fiscali, ma, a differenza del passato, con vincoli stringenti che le renderanno disponibili solo alle fasce a basso reddito».

La «ricollocazione» dei progetti e il giudizio dell’Ue

«Non abbiamo eliminato nessun finanziamento: non stiamo tagliando nulla ma riorganizzando tutto», ha tenuto a precisare in conferenza stampa il ministro Fitto. I progetti giudicati non idonei nei tempi e modi del Piano «li eliminiamo dal Pnrr per ricollocarli nel fondo sviluppo e coesione. Mettiamo in salvaguardia interventi che rischiano magari di non essere ammissibili». Ciò che è certo, secondo Fitto, è che «tutti i progetti in essere che non hanno ammissibilità devono essere valutati con la Commissione Ue per capire in che direzione andare: bisogna trovare una soluzione, usando la finestra della rimodulazione». Poco dopo la fine della riunione della cabina di regia, la Commissione ha fatto filtrate il suo apprezzamento per la revisione. «Accogliamo con favore l’accordo raggiunto nella Cabina di Regia italiana sul documento che delinea la revisione del piano italiano di ripresa e resilienza, incluso il nuovo capitolo RePowerEu», ha detto all’Ansa un portavoce dell’esecutivo Ue. Il giudizio formale, comunque, arriverà una volta studiate con attenzione le misure previste. «Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità italiane e continuiamo le nostre discussioni tecniche costruttive sul piano rivisto. Attendiamo di ricevere la presentazione formale delle modifiche al piano entro la fine di agosto», si fa sapere da Bruxelles.

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