Torino, il padre della ragazza morta dopo il bagno vestita nel Po: «Non potevano mica farlo nude ma la religione non c’entra»

Il cugino: non sapeva nuotare bene

La ragazza che era finita in ospedale dopo un bagno vestita nel Po per motivi religiosi è morta. Nayyab, 19 anni, ha incontrato una corrente troppo forte sulla spiaggetta della statale di Carmagnola. Poi l’arresto cardiaco in seguito all’annegamento. Oggi il padre parla con La Stampa dell’accaduto: «Le dico io cosa è successo. Ha fatto il bagno. Ma non è colpa dei vestiti. Non diciamo sciocchezze». E ancora: «Certo che hanno fatto il bagno vestite. Non potevano mica farlo nude». Un fratello ha confermato l’accaduto a chi indaga sulla vicenda: «Faceva caldo, così siamo andati in acqua. Vestiti per motivi religiosi. Non sappiamo nuotare bene, siamo andati dove si tocca». Lei e sua cugina erano andate in auto fino alla spiaggetta, insieme al fratello minore. Poi, intorno alle 19, il tuffo. «Sono entrate in acqua per raggiungere il piccolo», dice Said, cugino di Nayyab, che lavora come pizzaiolo a Bolzano ed è tornato per stare vicino alla famiglia. E ribadisce: «Il fatto che fossero vestite non c’entra nulla. Lo scriva, per favore». Quando Nayyab scompare nelle acque i cugini cercano di creare un cordone con le mani per tenerla a galla. Arriva Michele, che prende in braccio le due adolescenti. «Nessuno di loro sa nuotare bene», fa sapere Said. «In quell’area ho fatto il bagno anche io. Ma servirebbe un cartello specifico per chi non è nuotatore esperto».


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