La sorveglianza speciale per il trapper Mr. Rizzus: «Aizzava a commettere atti di violenza, per lo più a sfondo sessuale»

Il cantante monzese aveva minacciato Brumotti, inviato di Striscia la notizia, di «tagliargli la gola»

Il tribunale di Milano ha disposto la sorveglianza speciale nei confronti del trapper monzese Mr. Rizzus a causa dei suoi comportamenti definiti violenti e che inciterebbero i suoi fan alla violenza. La divisione anticrimine della questura di Monza, il 27 luglio, ha eseguito il decreto, ed è lo stesso cantante a darne notizia, attraverso le sue story su Instagram. A pesare sulla decisione, le minacce mosse dal 25enne a due inviati di Striscia la notizia, Vittorio Brumotti e Valerio Staffelli. Al primo, aveva detto sui social che gli avrebbe «tagliato la gola», oppure che lo aspettava «per fargli la festa». Mr. Rizzus aveva anche preso di mira la fidanzata di Brumotti, intimando un’aggressione nei confronti della coppia nelle vie di Monza. Staffelli, invece, ha depositato una serie di querele per diffamazione e atti persecutori, visto l’accanimento del trapper verso sua figlia.


Gang 20900

L’avversione diretta ai due personaggi televisivi è nata dopo un servizio, nel 2019, in cui veniva denunciato lo spaccio nel centro cittadino del capoluogo brianzolo. Mr. Rizzus, presunto leader di un gruppo di ragazzi che si riconosce nel nome di «Gang 20900» o «Sacra corona ferrea», nei video e nelle sue canzoni inneggia ad atti di delinquenza e al consumo di droga, dileggia le forze dell’ordine e le istituzioni, diffama e minaccia persone mediante l’uso dei canali social. Queste alcune delle motivazioni che hanno portato alla sorveglianza speciale. A carico del trapper, fin da quando era minorenne, diversi reati contro la persona. Nel corso degli anni ha accumulato denunce per rapina e lesioni personali, diffamazione e atti persecutori ai danni della sua ex fidanzata, costati nove mesi di reclusione. Insieme alla sua «Gang 20900», ha poi rapinato un cittadino straniero, colpendolo con una cintura, calci e pugni, tanto da provocare al malcapitato la rottura del femore con 40 giorni di prognosi.


La condanna

Per questo episodio, è stato condannato a 2 anni e quattro mesi ma, nonostante la pena della reclusione, ha continuato a pubblicare video sui canali social in cui mostra armi da fuoco e usa stupefacenti. Scrive l’Ansa, che ha visionato gli atti giudiziari, che il tribunale di Milano non ha ravvisato «un cambio di attitudine e stile di vita nel soggetto, che ha continuato invece a pubblicare video nei quali maneggia armi da fuoco o fa esplicitamente uso di stupefacenti, proseguendo le sue condotte vessatorie, persecutorie e amplificate dall’utilizzo dei social network». I magistrati hanno giudicato «gravi» i video in cui aizzava i suoi seguaci a commettere atti di violenza, anche sessuale, ai danni della figlia di Staffelli. Alla vigilia di un processo, Mr. Rizzus aveva anche pubblicato su Instagram una foto di una pistola con silenziatore.

Le dirette su Instagram

Ancora, in diretta su Instagram, si è fatto vedere mentre caricava una pistola con le munizioni e cantava i seguenti versi: «Un ferro a casa per chi mi infama, lego Staffelli dentro una casa, stupro sua nonna mentre mi guarda, picchio sua figlia insieme a sua mamma, voglio la testa di ‘sti giudici». Tutto ciò ha portato i giudizi alla conclusione che Mr. Rizzus, negli ultimi anni, «abbia posto in essere in modo sistematico e ostinato, nonostante i vari ammonimenti dell’autorità amministrativa, comportamenti oggettivamente antisociali e pregiudizievoli per la sicurezza e la tranquillità pubblica». Perciò il tribunale, «pur recependo in parte le deduzioni difensive relative al contesto sociale e al vissuto personale» del trapper e pur «comprendendo che tali condotte possono essere ispirate, in parte, dalla determinazione di affermarsi come leader del genere musicale praticato e da una distorta logica del marketing e sponsorizzazione del proprio personaggio, ha ritenuto che siano particolarmente gravi per le ricadute che hanno avuto sulla sfera privata delle persone».

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