Il cantante Benji: «Hollywood? Sono stato nella fabbrica del cioccolato e ne sono uscito nauseato»

L’ex fondatore del duo con Federico Rossi racconta la sua svolta punk

Benjamin Mascolo in arte Benji, classe 1993, ha scalato le classifiche in duo con Fede alias Federico Rossi. Ha vissuto tra l’Italia e gli Usa e ora ha ripreso a fare musica. Cimentandosi, spiega al Corriere della Sera, nel punk rock. E dice: «In un mondo che venera soldi e ostentazione ed in cui si fa a gara a chi guadagna di più su OnlyFans, avere dei principi e dire “voglio una famiglia e penso alla mia salute” è un atto di ribellione molto punk rock». Risalire sul palco, ha scritto, è stato come «tornare a casa dopo un lungo viaggio». Nel colloquio con Chiara Severgnini dice che nel suo viaggio ha «provato cose diverse, musicalmente, professionalmente e umanamente. Volevo mostrare a me stesso di poter fare anche altro oltre al pop».


After Everything

In più, ha imparato «che molte gabbie sono mentali e che non è tutto oro quel che luccica. Hollywood, gli Usa: lì tutto si basa sulle apparenze. È Instagram nella vita reale, e anche peggio. Sono stato nella fabbrica del cioccolato e ne sono uscito nauseato, perché ne ho mangiato troppo. Abbiamo il mito degli Usa, ma tornando in Italia ho capito quanto valore ci sia qui». Mentre la recitazione in After Everything è stata «un’esperienza bellissima. Mi sono trovato bene con tutti, soprattutto con l’attore protagonista delle saga, Hero Fiennes Tiffin: è più giovane di me, ma mi ha insegnato tanto. Nel film sono il suo rivale, un personaggio di rottura. Finora avevo sempre interpretato il buono della storia. Ma mi sono divertito a fare l’antagonista: mi ci vedo».


Il teen idol

Per quanto riguarda la vita privata, attualmente Benji ha una relazione «e sono molto felice. Mi ero ripromesso di non cascare più nella trappola dell’amore, ma la vita ti sorprende sempre. Anche nelle relazioni passate sono stato innamorato, ma la serenità che ho ora mi permette di condividere le cose in modo più maturo». E non si sente più un teen idol: «Prima le fan avevano un’isteria nei nostri confronti, un’energia bella ma anche travolgente. Ora si relazionano in modo diverso. Al posto della ragazzina che mi salta addosso per strapparmi la maglia ora c’è la ventenne che mi dice di essere cresciuta con la mia musica. C’entra anche l’età anagrafica, mia e loro».

I fan di Benji&Fede

Secondo lui i fan di Benji&Fede non hanno ancora metabolizzato la separazione artistica: «Non ancora, ci vorrà tempo. C’è una frase molto bella del produttore americano Rick Rubin che dice: “Se vuoi essere al servizio del pubblico, non ascoltarlo”. Mi ha sempre colpito molto». Poi parla della sua parte buia: «Avrei potuto fare finta di niente e cercare di guarire dal mal di vivere e basta: finora, sui social, ho sempre mostrato solo una vita che può sembrare perfetta. Ma ora voglio mostrare anche l’altro lato della medaglia. Perché quel mal di vivere lo conoscono in molti e vorrei farli sentire meno soli. Spesso mi sono chiesto: con la musica pop posso cambiare il mondo in meglio? Poi ho capito che nella vita abbiamo bisogno anche della musica leggera, e che siccome mi è stato messo un riflettore addosso, le persone ascoltano quello che dico, anche attraverso i social. Ecco, poter mandare dei messaggi positivi per me è fondamentale: dà significato alla mia vita».

I figli

Un suo progetto a breve termine è avere dei figli: «Sono bravo a realizzare i miei sogni, quindi penso che sia una cosa che succederà prossimamente. Ma non c’è ancora niente di concreto». Con i Finley ha rifatto la hit «Dove e quando», realizzata con Federico Rossi, in salsa punk rock: «L’ho fatto per divertimento. Ma il messaggio che sto mandando è che faccio quello che mi pare. Se mi va di rifare un mio brano in versione punk rock, lo faccio. Anche se ad alcuni non piace. Non voglio vivere con la paura di deludere certe persone». A Federico è piaciuta? «Non penso. Credo l’abbia presa come un’appropriazione di qualcosa che sente suo. Lo posso capire. Però è suo quanto mio, quindi…».

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