Incidente in mare ad Amalfi, lo skipper indagato per omicidio e naufragio colposi: «Al momento dell’impatto la vittima stava prendendo il sole»

La procura di Salerno ha ascoltato oltre 70 persone. Proseguono gli accertamenti tecnici per ricostruire la dinamica dei fatti

Omicidio colposo e naufragio colposo. È su queste due ipotesi di reato che sta lavorando la procura di Salerno nelle indagini relative all’incidente in mare, al largo di Amalfi, che è costato la vita all’editrice americana Adrienne Vaughan. Lo ha riferito nel corso di una conferenza stampa il procuratore Giuseppe Borrelli, sottolineando che finora nelle indagini sono state ascoltate oltre 70 persone. Tra queste c’è anche il marito della vittima, attualmente ricoverato in ospedale, che verrà nuovamente sentito appena le sue condizioni di salute miglioreranno. Per ora sembrerebbe che l’unico nome iscritto nel registro degli indagati sia quello di Elio Persico, lo skipper del gozzo di nove metri sul quale si trovava la turista americana 45enne e che si è scontrato contro il veliero Tortuga. Il giovane ora è in ospedale e non si trova in stato di fermo, perché non previsto da nessuno dei due reati ipotizzati. In base a quanto trapelato nei giorni scorsi, lo skipper del motoscafo è risultato positivo ai test alcolemici e tossicologici effettuati in ospedale. Oggi il procuratore Borrelli non ha confermato le indiscrezioni, ma ha precisato che «bisognerà verificare l’incidenza dei risultati sul soggetto indagato e, quindi, la loro efficacia causale sul sinistro». Sarà necessario svolgere ulteriori accertamenti per capire, eventualmente, a quanto tempo prima possa risalire il consumo di sostanze stupefacenti.


Le prime ricostruzioni

La procura sta valutando anche un’altra possibilità: controllare il telefono dell’indagato per verificare la veridicità delle dichiarazioni fatte in procura la notte successiva all’incidente. Secondo quanto ricostruito finora dai pm, «la vittima al momento dell’impatto stava prendendo il sole a prua ed è stata sbalzata in acqua» insieme alla figlia. Al momento dello scontro in mare, erano 70 le persone a bordo del Tortuga. Ognuna di loro è stata ascoltata dai pm per esporre la propria versione dei fatti. Oltre alle testimonianze, proseguono anche gli accertamenti tecnici. «Sono in corso delle verifiche per accertare la possibilità di ricostruire rotta e velocità dei due natanti, anche attraverso l’eventuale funzionamento di apparati tecnici presenti sulle due imbarcazioni – ha aggiunto Borrelli -. La motonave Tortuga ha un apparato Ice che consente il tracciamento di rotta e velocità. Ora occorre verificare se questo apparato fosse presente anche sul motoscafo. Noi al momento riteniamo di aver ricostruito le traiettorie seguite dalle due imbarcazioni».


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