Il Motu Proprio di Papa Francesco fa perdere lo statuto di diocesi extraterritoriale all’Opus Dei. La replica: «Studieremo le conseguenze in un clima di comunione con il Santo Padre»

Con questa mossa quella che era l’unica prelatura personale non sarà guidata da un suo vescovo e sarà parificata alle altre realtà ecclesiali

Con un nuovo Motu Proprio Papa Francesco ha modificato alcune regole relative alle Prelature personali: ora saranno assimilate alle associazioni pubbliche clericali di diritto pontificio. Un ulteriore adeguamento alla costituzione apostolica Praedicate evangelium, che ha trasferito la competenza sulle Prelature personali al Dicastero per il Clero, dal quale dipendono anche le associazioni pubbliche clericali con facoltà di incardinare chierici. Si tratta di una piccola rivoluzione, perché al momento l’unica Prelatura personale esistente è quella dell’Opus Dei, eretta 40 anni fa con la Costituzione apostolica di Giovanni Paolo II ‘Ut sit’. Con questa mossa l’Opus Dei perde di fatto lo status di extraterritorialità, non è più una istituzione e non sarà guidata da un suo vescovo. Viene parificato alle altre realtà ecclesiali. Papa Francesco nel documento pubblicato indica che la Prelatura personale è «assimilata alle associazioni pubbliche clericali di diritto pontificio».


Nello specifico, comma per comma

Nello specifico a partire dal canone 265 e dall’articolo 6 di Ad charisma tuendum, comma 1, il Pontefice dispone che la Prelatura personale è «assimilata alle associazioni pubbliche clericali di diritto pontificio con facoltà di incardinare chierici» e che i suoi statuti possono essere «approvati o emanati dalla Sede Apostolica». Si ribadisce inoltre che il prelato agisce «in quanto Moderatore, dotato delle facoltà di Ordinario». Nel comma 2, relativo alla formazione e il sostentamento dei chierici incardinati della Prelatura, si specifica che «il Prelato deve provvedere sia alla formazione spirituale di coloro che ha promosso con il predetto titolo, sia al loro decoroso sostentamento». Non solo: viene modificato il canone 296, relativo alla partecipazione dei laici alle attività apostoliche della Prelatura personale, con l’aggiunta del riferimento al canone 107. «I laici possono dedicarsi alle opere apostoliche di una Prelatura personale mediante convenzioni stipulate con la prelatura stessa; il modo di tale organica cooperazione e i principali doveri e diritti con essa connessi siano determinati con precisione negli statuti».


La risposta dell’Opus Dei

«Studieremo le conseguenze che queste modifiche possono avere sulla configurazione giuridica dell’Opus Dei, anche all’interno del lavoro che si sta svolgendo con il Dicastero del Clero sull’adattamento degli Statuti richiesto dal Motu proprio Ad charisma tuendum, in un clima di comunione con il Santo Padre», ha replicato l’Opus Dei sul suo sito ufficiale.

Leggi anche: