C’è da aspettare la Gazzetta ufficiale e la conversione in legge del decreto cosiddetto omnibus, ma si possono contare almeno due effetti che la tassa del 40% sugli extraprofitti bancari ha comportato. Il primo è il crollo di Piazza Affari, con circa 10 miliardi di euro spazzati via dalla capitalizzazione di Borsa. Il secondo è una strana commistione di rivendicazioni politiche, attacchi tra maggioranza e opposizione in cui sfumano i confini tra sinistra e destra. All’indomani del Consiglio dei ministri del 7 agosto, il dibattito è imperniato sul prelievo a cui andranno incontro gli istituti di credito italiani. È difficile da stimare con precisione, ma lo Stato potrebbe incassare dall’operazione cifre che superano i 2 miliardi di euro. Matteo Salvini assicura che quei fondi saranno impiegati per «sostenere i mutui sulla prima casa e il taglio delle tasse». Antonio Tajani parla esplicitamente di «una correzione agli errori della Bce», che prosegue da mesi nell’aumento dei tassi di interesse, facendo schizzare il costo del denaro e, quindi, rendendo più vessatori per i cittadini le condizioni di prestiti e mutui. Certo, sorprende che la decisione del governo Meloni è arrivata senza una discussione pregressa. Se si dà credito alle parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che a giugno aveva sostenuto di «non avere in cantiere alcuna tassazione sugli extraprofitti», l’irritazione dei bancari non può sorprendere: «Le banche sopportano da anni una pressione fiscale più elevata del 3,5% rispetto alle altre imprese, con un’Ires del 27,5% rispetto all’aliquota ordinaria del 24%, cui si aggiunge il 26% di ritenuta di acconto per i dividendi dei risparmiatori azionisti». Lo dice il presidente di Abi, Antonio Patuelli, al Sole 24 Ore.
L’entusiasmo della Lega e la riunione convocata di prima mattina
La maggioranza non mostra cedimenti, nonostante le critiche che arrivano anche dai centristi. Il segretario della Lega è tra i primi a reclamare la bontà della norma: «Giorgetti ha portato una norma di equità sociale», afferma Salvini nella conferenza stampa che segue il Consiglio dei ministri. Poi, la mattina dell’8 agosto, riunisce i vertici del partito. Ci sono sia il vicepremier sia il titolare di via XX settembre. Il Carroccio dirama una nota ufficiale che esprime soddisfazione: «L’obiettivo per la prossima legge di bilancio è lavorare su aumenti di stipendi e decontribuzione. Emerge grande soddisfazione per questi primi nove mesi di lavoro concreto: nella Lega c’è la convinzione che il prelievo sui maxi margini delle banche, che hanno guadagnato decine di miliardi in questo periodo, sia la strada giusta per aiutare lavoratori, famiglie e imprese». Fratelli d’Italia e Forza Italia si uniscono al coro. Chi prova a intestarsi i meriti della scelta, pur non facendo parte della maggioranza, è Giuseppe Conte. Anche lui, di prima mattina, interviene sul tema: «Ci criticano, ci snobbano, ci accusano di demagogia. Poi non riescono ad ammetterlo, ma devono darci ragione. Da marzo, il Movimento 5 stelle chiede un intervento sugli extraprofitti accumulati dalle banche per prendere da lì le risorse per sostenere i cittadini alle prese con rincari e caro mutui».
I 5 stelle provano a reclamare la paternità della norma
Prosegue su Facebook, parlando sempre più esplicitamente di proposta di matrice grillina: «Sono passati cinque mesi e il Consiglio dei ministri si accorge dell’emergenza, quando le famiglie sono già in ginocchio da troppo tempo. E ora il governo sembra accogliere la nostra proposta di una tassa sugli extraprofitti bancari. Meglio tardi che mai, ma il “tardi” purtroppo lo pagano le famiglie. Attendiamo comunque di leggere il testo. Ci siamo già passati: quando Mario Draghi accolse la nostra proposta sugli extraprofitti, in ritardo, poi scrisse male la norma. Speriamo la storia non si ripeta. Visto che con grave ritardo ha accolto il nostro suggerimento, Il governo faccia pure un altro respiro e si dia un altro colpo di coraggio con le nostre proposte: estenda la norma sugli extraprofitti accumulati anche dal settore di assicurazioni, aziende farmaceutiche e belliche. E questa volta lo faccia rapidamente, l’emergenza è ora». Il coro di pentastellati che si aggregano al leader si alza subito dopo. Il tenore delle dichiarazioni è simile, con Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato, che dice: «Salario minimo e tassazione degli extraprofitti bancari. Non sappiamo ancora se con reale convinzione, o per cinico opportunismo, su questi temi sembra che l’autostrada neoliberista del governo possa in qualche modo cambiare tracciato».
Le accuse di Fratelli d’Italia a Conte
Presto Fratelli d’Italia prova a bloccare il tentativo dei 5 stelle di rivendicare la paternità della norma. Salvo Sallemi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, definisce «surreale il tentativo di Conte di intestarsi la tassa sugli extraprofitti delle banche. I 5 stelle e il Partito democratico, quando erano al governo, non hanno fatto nulla in questo senso. Noi preferiamo i fatti. Loro, evidentemente, le parole». Sempre sul fronte dei meloniani, il senatore Filippo Melchiorre, vicepresidente della commissione Finanze, sostiene che «la misura, approvata ieri in Consiglio dei ministri, smentisce le bugie del Movimento 5 stelle. Il governo Meloni sostiene i cittadini italiani in difficoltà economica, ma lo fa attraverso misure che incentivano il lavoro, non per mezzo di inique, sterili e dispendiose politiche assistenzialiste». Gli attacchi ai grillini si moltiplicano, con Antonella Zedda che scomoda Franz Kafka: «Conte farebbe meglio a tacere, considerando che quando era al governo lui non ha mai avuto il coraggio di introdurre una tassa sugli extraprofitti delle banche. Ed è kafkiano che oggi faccia del tutto per intestarsi questa misura».
Forza Italia difende la nuova tassa
Anche da Forza Italia, che per anni è stata sempre cauta sui prelievi erariali, arrivano in realtà segnali di compiacimento: «Una norma del genere è normale introdurla senza preavviso e a mercati chiusi», afferma il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. «Ma la maggioranza è d’accordo nel sostenerla. Si è ritenuto di trovare spazio per mitigare i costi dei mutui e andare incontro ai cittadini che si stanno trovando a pagare oneri eccessivi dopo l’aumento dei tassi. Di sicuro in Parlamento può essere migliorata. Lo scopo è che se tu hai guadagnato di più per l’aumento dei tassi, e non perché sei stato bravo per delle performance imprenditoriali fantasmagoriche, devi condividere i profitti». Bisogna guardare nel campo dei centristi di Azione e Italia Viva per riscontrare le uniche vere proteste contro la scelta del governo. «La logica di questo provvedimento non è chiara, pare rispondere alla solita volontà di questo governo di cercare un colpevole, come fatto con le Ong sul tema immigrazione o con i benzinai per il caro carburante», dichiara la deputata Giulia Pastorella.
Gli attacchi al governo di Azione e Italia Viva
Per Luigi Marattin, poi, «la maggioranza ha creato un pessimo precedente». Due le ragioni che mette sul tavolo: «Da oggi, se sei un imprenditore o chissà, magari pure un lavoratore autonomo, in un settore che sta andando particolarmente bene, stai attento: se il governo decide che stai facendo un po’ troppi profitti, te li viene a requisire», prima. Seconda: «Se si tassano le banche quando fanno extraprofitti, allora dobbiamo sussidiarle quando fanno extraperdite. Questo sembra il governo di Nicola Fratoianni». Ricorre all’ironia Carlo Calenda: «Le tassazioni sugli extraprofitti sono legittime solo in caso di eventi straordinari, vedi energia-guerra, che falsano in modo determinante il funzionamento del mercato. Si stabilisce un precedente molto pericoloso. Domani avremo la tassazione sugli extraprofitti delle friselle pugliesi, dei toast dimezzati o dei lettini? Al momento non è neppure chiaro come questa norma possa essere compatibile con il diritto europeo». La senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent parla di improvvisazione «che fa evaporare i soldi degli italiani». Il riferimento è al tonfo di Piazza Affari di circa 10 miliardi. «A Salvini l’estate fa male e anche quest’anno ne abbiamo la prova».
+Europa denuncia l’assenza di Giorgetti mentre la Borsa crolla
«Evidentemente il caldo gli fa dimenticare che stiamo parlando dei risparmi degli italiani. E a fronte di una situazione così preoccupante è grave che il ministro dell’economia Giorgetti taccia. Più che al governo del Paese sembrano vacanzieri capitati lì per caso, troppo intenti ad assecondare il populismo senza valutare le conseguenze. All’esecutivo dell’improvvisazione consiglio di stare ben attento prima di far evaporare i soldi degli italiani». Chiosa Andrea Marcucci, presidente di Libdem europei: «Il governo meno liberale che abbia avuto l’Italia. Sanno mettere solo nuove tasse». Enrico Borghi: «A parte che il concetto di “extraprofitto” richiama il marxista “plusvalore”, ho la sensazione che le banche ricaricheranno i 2 miliardi di maggiori tasse sui clienti. Quindi è, nei fatti, una tassa occulta per i cittadini». Anche lato +Europa fanno notare che il ministro dell’Economia è stato comunicativamente assente in questo momento delicato per la Borsa: «Il fatto che le banche oggi perdano così tanto vuol dire che gli investitori non sono contenti della tassa sugli extraprofitti e si sono trovati spiazzati. A maggior ragione, mi ha colpito che ieri a spiegare la misura delle banche non ci fosse il ministro dell’Economia, ma Salvini e questo è un grave errore da parte del governo. Una misura che dovrebbe impattare così significativamente sul mondo bancario andrebbe esposta con puntualità e precisione e non in modo sommario e in maniera irrituale e sbagliato. Immagino che Giorgetti avesse altro da fare, forse aveva l’aereo per tornare al Nord», attacca Benedetto Della Vedova.
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