La storia dell’autovelox da 24 mila multe fatto saltare a Padova: la caccia ai responsabili e l’appello al sindaco

Il rilevatore di velocità è stato distrutto da una miscela con polvere pirica che ignoti avevano piazzato alla base del tubo di sostegno

È guerra (aperta) contro gli autovelox in Veneto. Nella notte di mercoledì 9 agosto, sulla statale 307 del Santo, a Cadoneghe in provincia di Padova, un misuratore di velocità è stato fatto saltare in aria da una miscela esplosiva piazzata alla base del pozzetto con i cavi elettrici. Nonostante siano ancora sconosciuti i responsabili del gesto, l’azione in questione aveva un obiettivo preciso: un autovelox che in poco più di un mese ha “pizzicato” 24 mila automobilisti che viaggiavano a una velocità superiore a 50 chilometri orari (180 euro e con decurtazione di tre punti dalla patente. La macchina elettronica e il tubo di sostegno – scrive Il Gazzettino – sono rimasti in piedi.


Il limite di velocità

Ma la deflagrazione ha scoperchiato il tombino in ghisa dei sottoservizi, producendo una fiammata che ha distrutto il rivelatore di velocità. Sul posto, al momento dell’esplosione udita dagli abitanti della zona, sono intervenuti i militari dell’Arma e i vigili del fuoco che hanno messo la struttura in sicurezza. Su quel tratto di strada precedentemente c’era il limite dei 70 chilometri orari. Poi l’arteria è passata sotto la gestione diretta del Comune, e il limite è sceso a 50 km/h. Motivazione che ha spinto i cittadini a protestare – nella giornata di mercoledì – davanti alla sede della polizia locale per le multe ricevute. E per chiedere una sorta di “sanatoria” al sindaco, Marco Schiesaro. Che però è irremovibile: «L’autovelox in quel punto c’era anche in passato. Ed è stato regolarmente autorizzato dal prefetto per prevenire l’alta velocità e gli incidenti», ha detto il primo cittadino.


La mancanza dei cartelli previsti per legge

Ma ora gli automobilisti, sostenuti dalle associazioni di difesa del consumatore, affermano che il rilevatore di velocità mancava dei cartelli verticali di avviso previsti per legge. Sui social è finita la foto degli operai del Comune che il 4 agosto – un mese e mezzo dopo la messa in funzione della macchinetta – affiggevano sotto il velox il cartello che invita a rispettare i 50 chilometri orari. «Era un cartello aggiuntivo rispetto alla segnaletica preesistente»: la precisazione del sindaco. Quello di mercoledì scorso non è il primo “agguato” nella zona. Nelle ultime settimana erano stati presi di mira 4 autovelox in provincia di Rovigo, tagliati alla base con un flessibile. Uno di questi, a Bosaro, sulla statale 16, addirittura due volte. 

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