Calenda contagiato da Renzi: «Quando c’ero io…». Il lapsus freudiano sul Campidoglio – Il video

Il leader di Azione critica il ministro Sangiuliano per aver risposto positivamente alla possibilità di ospitare l’incontro di Mma tra i due imprenditori

Non è ancora chiaro se davvero ci sarà un incontro di arti marziali miste tra  Mark Zuckerberg ed Elon Musk, quel che è certo è che la sola possibilità ha già scatenato reazioni di ogni tipo. Dagli enti locali italiani che offrono la propria candidatura a ospitare la sfida, al ministro Sangiuliano che avrebbe individuato la location, alle critiche di chi non vorrebbe che il Paese si prestasse a questo incontro tra «ricchi annoiati». E nell’ultimo coro c’è anche Carlo Calenda, che a La7 ha spiegato le ragioni della sua contrarietà. «Il ministro della Cultura, che ci rompe le balle con la cultura nazionalistica, di destra, l’amor patrio, va scodinzolante come un valletto a trovargli la location? La trovo uan cosa indignitosa della nostra storia, del nostro retaggio e del rapporto che c’è e deve esserci tra un’entità statuale e i soldi. I soldi non comprano qualsiasi cosa», ha detto il leader di Azione infervorandosi. E nella foga, si è lasciato andare a un attimo di confusione. «Vuole fare qualcosa di utile Sangiuliano? Ci porti le scolaresche, che non ci vanno, quando io feci il sindaco di Roma ho visto che neanche dalla periferia di Roma vengono portate dalle scuole a insegnare loro cos’è Roma antica», ha concluso. Peccato che Calenda non sia mai stato sindaco della Capitale. Nel 2021 si candidò alle comunali, ottenendo il 19,8 per cento e 200mila preferenze, ma rimanendo fuori dal ballottaggio. «Un lapsus freudiano», ha ammesso a Open scherzando sull’accaduto.


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