Il giallo del detenuto a Sanremo in coma con una frattura alla testa. La moglie: «Perché è in fin di vita?»

Il 51enne era entrato in carcere lo scorso giugno dopo una condanna per furto

Un nuovo episodio torna a tenere alta l’attenzione sulla condizione dei detenuti nelle carceri italiane, dopo il duplice suicidio di due detenute nel carcere delle Vallette di Torino. Questa volta però il caso riguarda il carcere di Sanremo, dove il 51enne Corneliu Maxim era detenuto, prima di finire ricoverato in coma nell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. L’uomo, scrive Repubblica, avrebbe infatti riportato alcune contusioni e, soprattutto, una frattura alla testa per la quale i medici hanno dovuto eseguire un delicatissimo intervento. Sua moglie pretende di sapere la verità: «Voglio sapere perché mio marito è in fin di vita, voglio capire cosa è accaduto in carcere». La donna ha fatto anche una foto al marito, disteso nel letto dell’ospedale, con l’obiettivo di documentare la gravità della situazione. E ha depositato nella cancelleria della procura di Imperia un esposto, dopo essersi rivolta all’avvocato Andrea Rovere, notificato per conoscenza all’ufficio del Garante regionale dei detenuti. Il ruolo è ricoperto da alcuni mesi da Doriano Saracino, il quale ha dichiarato: «Ho letto l’esposto e ci stiamo documentando, naturalmente attendiamo l’esito degli accertamenti della procura prima di trarre delle conclusioni». Quello che al momento è noto è che Maxim è entrato nel carcere di Valle Armea alla fine dello scorso giugno, per il reato di furto. Moglie e figlia potevano andare a trovarlo per colloqui di sessanta minuti.


Le zone d’ombra

Fino a che, all’inizio di agosto, gli uffici del carcere hanno comunicato alla donna che il marito era stato prima portato al pronto soccorso dell’ospedale di Sanremo e da lì trasferito d’urgenza a Pietra Ligure, per un malore non meglio precisato. Quando la donna lo ha raggiunto, lo ha trovato in rianimazione e, racconta, «in condizioni pietose». Nessuno ha saputo spiegarle cosa fosse successo. Adesso spetta alla procura eseguire tutti gli accertamenti del caso. Informalmente non si esclude, scrive ancora Repubblica, che l’uomo possa essere caduto mentre si trovava da solo in cella. Ma questa versione deve tenere conto della devastante frattura ed altre contusioni al capo riscontrate. Bisogna quindi, anche in base ai referti medico legali e a una probabile perizia, sondare la possibilità che l’uomo sia stato colpito da altri detenuti o da agenti penitenziari, e in quali circostanze. E in ogni caso bisogna tener conto delle norme che definiscono la responsabilità dell’istituto rispetto alla tutela e all’incolumità dei detenuti. Nessuna comunicazione in merito all’accaduto è stata data dai sindacati della polizia penitenziaria, solitamente puntuali nel segnalare disordini o aggressioni nelle strutture di detenzione.


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