Scontri tra milizie a Tripoli: almeno 55 morti e 146 feriti. Cosa c’è dietro la violenza che torna a scuotere la Libia

Si aggrava il bilancio degli scontri tra la Brigata 444 e la Forza Al Radaa. Gli appelli del governo e dell’Onu

La capitale della Libia, Tripoli, è stata scossa nelle scorse ore da sanguinosi scontri tra due milizie locali. Il bilancio degli scontri tra la Brigata 444 e la Forza Al Radaa è pesantissimo: si stima ora sia di 55 morti e di 146 feriti. I combattimenti sarebbero iniziati dopo l’arresto lunedì del colonnello Mahmoud Hamza, comandante della Brigata 444, da parte della milizia Al Radaa. Nessuna informazione è stata data finora sui motivi del suo arresto, ma Hamza sarebbe già stato rilasciato. Ai due gruppi armati sono imputati anche diversi rapimenti avvenuti nel corso delle ostilità, a cui il primo ministro Abdul Hamid Dbeibah ha cercato di porre fine recandosi nei quartieri meridionali della città, mentre la Camera dei Rappresentanti e l’Alto Consiglio di Stato, riporta il Lybia Observer, hanno condannato gli atti dei due gruppi armati chiedendo di interrompere immediatamente i combattimenti, ripristinare il dialogo e aprire un corridoio sicuro che garantisca la sicurezza dei civili e la loro libertà di movimento.


Il cessate il fuoco disatteso

Diverse fonti hanno confermato al Lybia Observer che la Brigata444 e la Forza Al Radaa avevano raggiunto, martedì, un accordo per il cessate il fuoco che è stato evidentemente disatteso nelle scorse ore. A dare ragione di terminare le ostilità sarebbe stata la liberazione da parte della Rada di Mahmoud Hamza il comandante della Brigata 444, il cui arresto ha dato vita agli scontri. La speranza degli osservatori era che questo gesto potesse tranquillizzare gli animi e riportare un clima di relativa normalità nella parte orientale della capitale. Ciononostante, i combattimenti sono proseguiti anche nella giornata di oggi, 16 agosto, secondo quanto riporta Ansa.


L’appello dell’Onu

Appelli sono arrivati anche dalle Nazioni Unite tramite la Missione di Supporto in Libia (UNSMIL) e il rappresentante Abdoulaye Bathily. C’è preoccupazione per i potenziali sviluppi della situazione attuale e per la situazione dei civili, la cui sicurezza, ha ricordato l’Onu, è la priorità assoluta. Bathily ha esortato le parti a fermare le violenze e a rispettare la pace del popolo libico. Infine, ha ricordato come gli scontri attuali siano il risultato di un Paese i cui organi statali sono divisi, invitando a trovare un ampio accordo politico che vada in direzione di nuove elezioni e di unificazione degli apparati statali.

Leggi anche: