Travis King, il militare Usa che diserta in Corea del Nord: «Fuggiva dal razzismo»

Nel 2022 aveva avuto guai con la giustizia sudcoreana, dove si trovava di stanza fino al 18 luglio, quando è fuggito verso la Corea del Nord

Riceveva un «trattamento disumano e discriminazione razziale» ed era «disilluso dalla disuguaglianza della società americana». Sarebbe questa, secondo la Corea del Nord la ragione per cui lo scorso 18 luglio il militare statunitense afromericano Travis King ha attraversato il confine entrando illegalmente entrando nel Paese asiatico. Secondo quanto riporta l’emittente nazionale nordcoreana, che ha diffuso un comunicato ufficiale citato dalla Bbc, il soldato semplice avrebbe ammesso di aver attraversato il confine per cercare rifugio. Si tratta delle prime dichiarazioni di Pyongyang sul caso, che Washington afferma di non avere modo di verificare indipendentemente. King si è introdotto nel Paese settentrionale lasciando il Comando delle Nazioni Unite, sito lungo la linea di demarcazione tra la due coree, dove si trovava per un tour di orientamento. Fin da subito era stato ipotizzato un caso di diserzione.


L’accusa di Pyongyang a Washington

«La Corea del Nord probabilmente metterà in evidenza il razzismo negli Stati Uniti e lo utilizzerà come mezzo per contrastare le critiche degli Stati Uniti sulla situazione dei diritti umani della Corea del Nord, piuttosto che impegnarsi in negoziati con Washington», ha commentato Lim Eul-chul, professore di studi nordcoreani alla Kyungnam University di Changwon, in Corea del Sud. Il comunicato di Pyongyang parte dal caso di King per accusare gli Usa di «prendersi gioco dei diritti umani e della comunità internazionale». ll commento arriva un giorno prima del prima dell’incontro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, fortemente voluto da Washington, per discutere delle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord. Da anni il Paese asiatico accusa gli Usa di razzismo che considera «intrinseco» nel sistema sociale statunitense. Non è chiaro cosa accadrà al soldato.


I guai con la giustizia di Travis King

Il comunicato non entra nel merito delle conseguenze che potrebbe subire, ma non manca di sottolineare l’illegalità del gesto, lasciando presumere agli osservatori che King non verrà trattenuto. «Tuttavia, sarebbe un errore credere che la Corea del Nord, che sembra godere dell’appoggio di Pechino e Mosca, abbia fretta di gestire la questione», ha spiegato il professor Christopher Green, del think tank Crisis Group. Nel 2022, King era stato detenuto due mesi in Corea del Sud mentre era sotto investigazione per aver potenzialmente sferrato un pugno a un altro uomo in un nightclub di Seul. Durante l’arresto aveva insultato gli agenti nordcoreani tirando numerosi calci alla volante della polizia. Motivo per cui aveva ricevuto una multa di 4 mila dollari. Nel corso di quest’anno sarebbe dovuto tornare negli Stati Uniti per affrontare provvedimenti disciplinari ma non si era presentato in aeroporto riuscendo a procurarsi un tour della base Onu.

Leggi anche: