Trovato il video dello stupro di Palermo, il più grande del gruppo in chat: «L’ho mandato a chi dovevo». L’ipotesi della vendita

Con la caccia alle immagini emersa in alcuni Telegram, il sospetto degli inquirenti è che quel filmato di 15 minuti possa essere stato acquistato con il rischio che finisca diffuso online

Sono stati recuperati due video dello stupro di gruppo di Palermo dello scorso 7 luglio su una 19enne. Quello più importante secondo gli inquirenti è il filmato recuperato dal cellulare di Angelo Flores, 22 anni, il più grande del gruppo di sette che è accusato di aver partecipato alla violenza e l’unico che conosceva la ragazza. Il ragazzo finora si è difeso spiegando di non aver avuto rapporti con la ragazza quella sera e di essersi limitato a riprendere la scena. Fino a pochi giorni fa, ricorda La Stampa, erano noti solo alcuni spezzoni che lo stesso Flores avrebbe inviato ad altre persone. In un messaggio in chat scriveva: «Li ooh mandati a chi li dovevo mandare e li elimino». Lo scorso 21 agosto, il consulente della procura dei minori e quella di Palermo, l’ingegnere Manolo Belmonte, ha ritrovato il video integrale.


Si tratterebbe di un filmato di 15 minuti, secondo il Corriere della Sera, che smentirebbero totalmente la linea del gruppo secondo cui la ragazza fosse consenziente e aiutano a individuare i ruoli che ciascuno dei ragazzi ha svolto quella sera. Proprio quella frase scritta da Flores avrebbe allertato i carabinieri, che ora indagano il percorso che i filmati hanno fatto di chat in chat. Resta da capire a chi sono stati inviati i video e per quale motivo. L’indagato, in cella insieme al resto del gruppo, sembrava volersi solo vantare di quel che era avvenuto al Foro Italico di Palermo. Ma cresce anche l’ipotesi che quelle immagini potessero tornare utili al più grande del gruppo per ricavarci qualcosa. Soprattutto dopo la scoperta della vicenda, in alcuni canali Telegram sarebbe partita la caccia al video, con offerte anche economiche a chi fosse riuscito a recuperarlo. Quelle immagini potrebbero essere quindi finite in ambienti in cui non sarebbe stato difficile trovare qualcuno disposto a pagare per assistere alla violenza sulla 19enne.


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