Serie B, respinti i ricorsi di Perugia e Reggina: sorridono Lecco e Brescia (che entra in corsa dopo tre giornate)

Confermate le decisioni del Tar Lazio. Si chiude la saga giudiziaria che ha tenuto sospesa per settimane la seconda divisione

Niente Serie B nella stagione 2023/24 né per il Perugia né per la Reggina: a disputare la competizione calcistica di seconda divisione, già iniziata lo scorso 18 agosto, saranno invece Brescia e Lecco. Il Consiglio di Stato ha respinto infatti oggi 30 agosto i ricorsi presentati dal Perugia e dalla Reggina controla sentenza del Tar Lazio che li aveva esclusi. Nello specifico, il Perugia contestava la legittimità della concessione della licenza per partecipare alla Serie B al Lecco, pur vincitore sul campo nei playoff di C, dopo che il club non aveva dimostrato entro la scadenza stabilita dalla Figc la disponibilità di uno stadio idoneo per il campionato. Quello della Reggina era invece l’ultimo disperato tentativo giudiziario di ribaltare le decisioni con cui il Collegio di Garanzia dello Sport prima e il Tar del Lazio poi ne avevano decretato l’esclusione dalla B per motivi economici: al club calabrese sono stati infatti contestati mancati pagamenti all’Erario per 757mila euro, non regolarizzati entro i termini consentiti. A sorridere è dunque il Brescia, che debutterà in corsa in un campionato che proprio in questi giorni sta proponendo gli scontri della terza giornata. Uno scenario mai visto nel calcio italiano.


Il ricorso

Il Perugia aveva cercato di contestare la sentenza dei primi di agosto del Tar del Lazio, secondo cui i playoff per l’ammissione in serie B vinti dal Lecco erano stati completati il 18 giugno, cioè due giorni prima della data fissata come scadenza per indicare la disponibilità di uno stadio adeguato per il campionato cadetto. Un periodo troppo stretto secondo i giudici amministrativi, secondo i quali la Figc avrebbe invece dovuto modificare il regolamento tempestivamente. Ma la correzione non è mai avvenuta. Considerando che «le conclusioni cui è giunto il primo Giudice resistono saldamente alle critiche che si leggono nell’atto di appello – spiegano i giudici del Consiglio di Stato – la società Calcio Lecco 1912 s.r.l., vincitrice delle partite di play off, solo in data 18.6.2023 ha conseguito il titolo sportivo che la ha resa eligibile per la partecipazione al campionato di serie B». E in quel momento «si è trovata nella impossibilità giuridica, indipendente dalla sua volontà, di rispettare il termine del 15.6.2023 quanto al deposito della documentazione relativa ai requisiti infrastrutturali, non potendo accedere al portale FIGC, campionato di serie B entro il 15.6.2023, avendo conseguito solo in data successiva al 15.6.2023, il necessario titolo sportivo».


Il mancato coordinamento tra le date

Per Palazzo Spada si è trattato insomma di un mancato coordinamento soprattutto tra le date del calendario, tra le partite di playoff e quelle previste dal manuale delle licenze, «avendo prodotto l’effetto di lasciare in vita un termine di impossibile osservanza (quello del 15.6.2023), non può andare in danno della società calcistica, e, pertanto, correttamente, la FIGC ha consentito a una proroga del termine negli stretti limiti volti a rimediare al difetto di coordinamento suddetto e a garantire la par condicio delle società calcistiche legittimate a partecipare al campionato di serie B». La decisione del Tar, spiegano i giudici del Consiglio di Stato «non ha fatto altro che utilizzare il criterio della ragionevolezza partendo da un dato di fatto, vale a dire lo spostamento delle date degli incontri dei play off di Lega Pro»

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