Così è finito l’assedio dell’ex militare a Cordovado, la svolta quando si è affacciato: la resa dopo 50 ore dell’ingegnere che resta libero

Una chiamata ha aperto un primo spiraglio, poi il colloquio di persona con i negoziatori dei carabinieri. Il 55enne è stato denunciato per procurato allarme, ma resta libero

Faccia a faccia, non più telefonate o video su YouTube. Così, con uno scambio di battute a una finestra e a volto scoperto il negoziatore del Gis (Gruppo di intervento speciale) ha convinto Luca Orlandi che poteva fidarsi di lui. L’ingegnere si è infatti affacciato dal suo appartamento per parlare con il carabiniere. Non ha mai alzato i toni né ha provato a farsi del male, anche se era fermo nel proposito di rimanere chiuso nella propria abitazione. Dopo aver conquistato la sua fiducia, le forze dell’ordine si sono avvicinate all’appartamento e hanno bloccato l’uomo non appena ha aperto la porta. Orlandi si è arreso e ha consegnato le armi e le munizioni che possedeva per uso sportivo. L’ex militare è stato poi fatto salire su un’autoaumbulanza per essere scortato in ospedale.


La mediazione del negoziatore del Gis di Livorno è stata fondamentale per mettere la parola fine alla vicenda di Cordovado, paese in provincia di Pordenone. Luca Orlandi si era chiuso in casa da più di 50 ore in un chiaro stato confusionale minacciando le autorità locali e lesioni a se stesso in alcuni video postati su YouTube. Per l’incolumità della popolazione residente, sono state allontanate dodici persone che vivono vicino alla sua abitazione.


L’intervento delle forze dell’ordine è stato necessario perché Orlandi non aveva rinnovato il porto d’armi sportivo dell’equipaggiamento che aveva in casa: due fucili semiautomatici, una pistola semiautomatica e circa 600 colpi. Da quanto si apprende dal comunicato stampa del Comando provinciale dei carabinieri di Pordenone, a metà luglio le forze dell’ordine dovevano notificargli il sequestro. All’ingegnere mancava l’idoneità psico-fisica prevista per legge. L’uomo, però, invece di provvedere alla visita medica si era chiuso in casa in una sorta di “ritiro morale e spirituale” che non voleva rompere. Per questo i carabinieri sono dovuti intervenire.

Denunciato per procurato allarme

Al momento sulla posizione di Orlandi la procura di Pordenone sta valutando le ipotesi di reato. Per ora l’ingegnere non è in stato di fermo, anche in virtù del fatto che ha sempre collaborato con le forze dell’ordine, anche dopo la sua resa. A suo carico c’è comunque una denuncia per procurato allarme e resistenza a pubblico ufficiale. È stato ricoverato all’ospedale di Pordenone, dove sarà sottoposto a una visita psichiatrica.

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