Instagram e Facebook a pagamento? L’indiscrezione su Meta: l’ipotesi di un abbonamento senza pubblicità per l’Europa

L’azienda di Mark Zuckerberg prepara una risposta alla stretta sulla privacy nell’Unione europea, dopo le diverse condanne delle Autority per violazione della privacy e gestione dei dati. La rivelazione del New York Times

Instagram e Facebook potrebbero avere presto una versione a pagamento per gli utenti europei, secondo le rivelazioni raccolte dal New York Times che cita tre persone a conoscenza dei piani di Meta. In questo modo l’azienda di Mark Zuckerberg risponderebbe alle politiche della Commissione Ue che prevedono norme più severe per la tutela dei dati e della privacy degli utenti sui social. Il piano prevede che gli iscritti ai social di Meta potranno avere un’alternativa al profilo gratuito, pagando quindi un abbonamento senza dover visualizzare anche pubblicità. Quei post che ciclicamente circolano sui social di Zuckerberg che annunciano una svolta a pagamento dei suoi social rischia quindi di diventare una realtà. Secondo le fonti sentite dal quotidiano statunitense, i social continueranno ad avere una versione gratuita con l’inserimento di pubblicità. Ma non è ancora chiaro quando il piano a pagamento entrerà in vigore e a quanto ammonterà il costo.


La stretta dopo il Gdpr

In quasi 20 anni di vita, il core business di Meta è stato sempre incentrato sull’offerta di servizi di social networking gratuiti agli utenti e sulla vendita di pubblicità alle aziende che vogliono raggiungere il proprio pubblico. La svolta di introdurre un abbonamento rappresenterebbe quindi la risposta concreta dell’azienda di Zuckerberg su come anche i suoi concorrenti dovranno adeguare il proprio prodotto per rispettare le norme sulla privacy decise dai vari governi europei. Un abbonamento a pagamento, spiegano fonti interne a Meta, potrebbe frenare i timori delle autority europee. Lo scorso luglio dopo una sentenza in Germania, a Meta era stato vietato di sfruttare i dati raccolti degli utenti sui suoi social e su siti e app esterne senza un consenso più esplicito rispetto a quello previsto. Lo scorso gennaio era anche arrivata una multa di 390 milioni dall’Autority irlandese, che aveva condannato Meta per aver costretto gli utenti ad accettare annunci personalizzati come condizione per l’utilizzo di Facebook. Sentenze che derivano dall’entrata in vigore nel 2018 del Gdpr, il regolamento europeo sulla protezione dei dati.


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