La minaccia dei lupi allarma l’Ue, a rischio lo status di «specie protetta»: tra le vittime anche il pony di von der Leyen

Le politiche di conservazione avviate negli anni Novanta hanno fatto aumentare la popolazione del lupo grigio. Ma ora agricoltori e cacciatori chiedono a Bruxelles un cambio di strategia

Presto il lupo potrebbe non godere più dello status di «specie protetta» all’interno dell’Unione Europea. Ad annunciare la novità è la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che ha aperto una consultazione pubblica e invitato le comunità locali – oltre a tutte le parti interessate – a comunicare i dati aggiornati sulla popolazione dei lupi nella propria area di competenza. L’obiettivo dell’esecutivo europeo è conoscere con esattezza il numero di lupi che vivono all’interno dei confini Ue. In alcune regioni, scrive von der Leyen, la concentrazione di lupi «è diventata un pericolo reale per il bestiame e potenzialmente anche per l’uomo». Per questo la presidente della Commissione ha invitato «le autorità locali e nazionali ad agire laddove necessario».


Il successo delle politiche di conservazione

Da oltre vent’anni il lupo gode di una protezione speciale all’interno dei confini europei. La direttiva Habitat del 1992 – recepita in Italia cinque anni più tardi – proibisce infatti la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione di questa specie animale. L’obiettivo delle regole di Bruxelles era quello di preservare la presenza del lupo grigio nel vecchio continente, che alla fine del secolo scorso ha rischiato di scomparire. Negli ultimi vent’anni, le politiche di conservazione europee sembrano aver dato i risultati sperati. Secondo un recente studio commissionato da Rewilding Europe, il numero di lupi grigi nei Paesi Ue è aumentato del 1.800% dagli anni Settanta ad oggi, raggiungendo una popolazione stimata di circa 17mila esemplari. Un risultato che da un lato è stato accolto con entusiasmo dalle principali sigle ambientaliste, ma dall’altro ha cominciato a creare qualche problema ad agricoltori e cacciatori, che ora chiedono a Bruxelles un cambio di strategia.


L’attacco al pony di Ursula von der Leyen

La presenza del lupo grigio in Europa sembra stare particolarmente a cuore a Ursula von der Leyen, che lo scorso anno ha dovuto dire addio al suo pony Dolly, sbranato proprio da un lupo. Dopo l’episodio, la regione di Hannover – in Germania – ha riaperto la caccia nei confronti di GW950m, l’esemplare maschio adulto ritenuto responsabile anche di altri assalti ad animali e allevamenti domestici. Da qualche tempo, però, la presenza di lupi sembra preoccupare anche alcune regioni italiane. Lo scorso luglio, il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti ha ordinato l’abbattimento di due esemplari nell’area della Malga Boldera, in Lessinia. La legislazione attuale, ha precisato oggi von der Leyen, «consente già agli Stati membri di intervenire» laddove lo ritengano necessario. Ora però è la stessa Commissione europea a pensare di ampliare le deroghe previste dalle regole attuali e stanziare eventuali fondi da mettere a disposizione dei governi.

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