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L’appello di politici ed economisti in vista del G20: «È il momento di tassare i super-ricchi». E Nuova Delhi si prepara al summit sgomberando i più poveri

Tra i firmatari anche ex capi di Stato, premi Nobel e politici di spicco. L’idea è di usare i proventi della nuova imposta per finanziare la lotta alla povertà e ai cambiamenti climatici

Diciotto ex capi di Stato, 65 economisti, 108 rappresentanti politici e 120 milionari. Tutti insieme per lanciare un unico messaggio: è arrivato il momento di tassare i super-ricchi. In vista del summit del G20 a Nuova Delhi – in programma il 9 e 10 settembre – un gruppo di quasi 300 associazioni, politici ed economisti ha sottoscritto una lettera indirizzata ai venti più influenti leader mondiali. La linea è piuttosto chiara: «impedire che la concentrazione della ricchezza corroda il nostro futuro collettivo», e in particolare quello delle nazioni che hanno «disperato bisogno di cambiamento». Tra le firme più illustri (qui l’elenco completo) ci sono quelle di ex capi di Stato di Romania, Croazia, Repubblica Ceca e Bulgaria. Ma anche il senatore americano Bernie Sanders, l’ex presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu María Fernanda Espinosa e l’economista francese Thomas Piketty, oltre al premio Nobel Joseph Stiglitz.


La proposta

«Esistono numerose proposte politiche sulla tassazione della ricchezza da parte di alcuni dei principali economisti del mondo – si legge nella lettera indirizzata ai leader del G20 -. Il pubblico lo vuole, ora manca solo la volontà politica di realizzarlo». A supporto della propria proposta, i firmatari ricordano alcuni dati emersi nell’ultimo decennio sull’aumento delle disuguaglianze economiche. Dal 2020, per esempio, l’1% più ricco della popolazione mondiale ha beneficiato di quasi due terzi di tutta la nuova ricchezza accumulata. Allo stesso tempo, dagli anni Ottanta a oggi l’aliquota media sui più ricchi nei Paesi OCSE è scesa dal 58% al 42%. Secondo i quasi 300 firmatari dell’appello, una nuova politica di tassazione sui super-ricchi potrebbe garantire i miliardi di dollari necessari ad affrontare alcune delle minacce globali più urgenti, dalla lotta alla povertà a quella contro i cambiamenti climatici.


Le polemiche sui preparativi a Nuova Delhi

Nel frattempo, Nuova Delhi si prepara al summit del prossimo weekend, con il governo indiano che sembra disposto a tutto pur di non sfigurare a livello internazionale. Il Concern Citizens Collective, un’associazione che si batte per i diritti civili e sociali, ha denunciato lo sgombero di numerosi insediamenti di senzatetto nella capitale indiana, così come la demolizione di migliaia di abitazioni precarie. Un’operazione che, secondo il collettivo, è costata 120 milioni di dollari ed è servita soprattutto ad abbellire la città in vista dell’arrivo dei leader del G20. «Assieme alla spazzatura hanno rimosso anche i più poveri, distruggendo gli accampamenti di fortuna dove vivevano. Hanno impedito ai venditori di strada di allestire le loro bancarelle e hanno demolito migliaia di case negli slum, aumentando così il numero dei senzatetto», denuncia l’associazione. Gli attivisti parlano di quasi 300mila persone forzate ad abbandonare le case dove vivevano, 25 baraccopoli rasate al suolo e centinaia di vie – abitate da senzatetto – trasformate in parchi, senza che il governo indiano abbia provveduto a fornire alternative dignitose.

Credits foto: EPA/Harish Tyagi | Preparativi in corso a Nuova Delhi in vista del prossimo summit del G20

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