Lampedusa, il bimbo orfano di madre affidato a una famiglia di Palermo e poi tolto dal tribunale dei minori

La dottoressa del 118 Alessandra Teresi: dai giudici nessuna spiegazione

Christmail è un bambino di sei mesi che ha perso la mamma in un naufragio durante una traversata. La famiglia della dottoressa che lo ha soccorso a Lampedusa lo aveva accolto con il consenso del padre, rimasto in Tunisia. Ma il giudice dei minori ha revocato l’affido temporaneo del bambino. Alessandra Teresi, dottoressa del 118, ha accolto in casa il bambino, originario della Costa d’Avorio. Dopo l’affido in famiglia però è arrivato l’invio in una struttura protetta: «Il 28 aprile vengo chiamata per visitare un migrante che stava male appena giunto a Lampedusa», racconta Teresi all’agenzia di stampa Ansa. «Sullo stesso barcone c’era Christmail. Lo portano all’hotspot perché potessi accertarmi che stava bene: seppi allora che la madre era morta e che il padre non era riuscito a salire a bordo ed era rimasto in Tunisia».


La storia

A quel punto, ricorda Teresi, «insieme alla pediatra ci siamo presi cura di lui, aveva difficoltà a mangiare perché era abituato a prendere il latte al seno, ma riuscimmo a nutrirlo. Un bambino meraviglioso». La dottoressa dà la disponibilità ad accoglierlo: «Ne parlai con i miei familiari e dissero subito di sì». Il tribunale dei minori, anche grazie al consenso del padre del piccolo contattato dalla donna, acconsente. Ma dopo una settimana dall’arrivo del piccolo la chiama la polizia. «Mi dicono di andare in tribunale col bambino perché servivano alcuni documenti e alcuni dati. Io vado e prima ci tengono in una stanza con tre agenti e il responsabile di una casa-famiglia, poi mi comunicano che il giudice dei minori ha revocato l’affido e che devo restituire il bimbo, che sarà mandato in una struttura protetta», spiega.


Nessuna spiegazione

Secondo Teresi il tribunale non ha fornito spiegazioni: «Mio figlio l’aveva salutato prima di andare a scuola e quando è ritornato non l’ha più trovato», dice. «Per tutti noi è stato un enorme trauma. Pensiamo a lui continuamente, anche perché si era affezionato tantissimo alla mia famiglia. Aveva bisogno di affetto, di abbracci, di amore: che senso ha avuto mandarlo in una comunità quando poteva avere una famiglia fino all’arrivo del padre?». La polizia le ha parlato di errori nella procedura di affido. «Il nostro unico obiettivo era quello di ricongiungere Christmail con il padre e di fornire loro ogni assistenza possibile», aggiunge Teresi. La famiglia non ha più avuto notizie del piccolo. «Non ci vogliono dire dove è, né ce lo fanno vedere. Noi vogliamo solo quel che è meglio per lui, ma certo una casa vera, almeno fin quando rivedrà suo padre, è meglio di un orfanotrofio», conclude.

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