Sembrava morta dopo una malore, ma era stata strangolata. La svolta dopo 8 mesi: arrestato il compagno

I segni dello strangolamento non sarebbero stati evidenti nelle prime fasi delle indagini, quando non era stato ipotizzato alcun reato. Poi la svolta con l’autopsia

Non era morta per cause naturali la 40enne trovata morta all’alba del 22 gennaio scorso in una casa di Spoltore, in provincia di Pescara. Dopo otto mesi di indagini è stato arrestato il suo compagno, D.M., 47 anni, accusato ora di omicidio volontario. Sarebbe stato lui secondo gli inquirenti a strangolare la donna la notte tra il 21 e 22 gennaio, così come emerso solo più tardi dagli esami più approfonditi dei medici legali. Nelle prime battute la morte della donna sembrava essere avvenuta per cause naturali. Era stato lo stesso 47enne a chiamare il 118 alle 4 del 22 gennaio. Gli operatori sanitari avevano trovato la donna stesa sul letto e tentato inutilmente di rianimarla, finché non ne hanno constatato il decesso.


L’autopsia

Inizialmente non era stato ipotizzato alcun reato da parte della procura, ma riascoltando la telefonata al 118 i magistrati hanno cominciato ad avere i primi dubbi. Disposta l’autopsia, il medico legale aveva trovato segni evidenti sul collo della vittima che indicavano uno strangolamento. A quel punto la procura ha iscritto nel registro degli indagati D.M., unica persona presente in casa. L’uomo però ha negato ogni accusa durante l’interrogatorio, spiegando che la compagna aveva avuto un malore quella notte, al punto che lui era stato costretto a chiamare un’ambulanza.


La relazione finale a luglio

L’autopsia però lasciava pochi dubbi agli inquirenti. Nella relazione finale depositata lo scorso luglio, i medici legali hanno scritto che sul corpo della donna c’era un «complesso di evidente macroscopiche e microscopiche» che indicavano una «asfissia meccanica violenta da strongolamento, perpretrato mediante comprensione atipica del collo». Il 47enne avrebbe aggredito la compagna di sorpresa mentre si trovava a letto, l’ha strangolata con il ginocchio e l’avambraccio fino a ucciderla. Stando alle testimonianze raccolte nel corso delle indagini, la donna aveva più volte raccontato ad amiche e parenti che aveva intenzione di lasciare il 47enne dopo una lunga convivenza.

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