Adil Harradi: chi è l’uomo accusato dell’omicidio di Rossella Nappini a Roma

L’ha conosciuta durante i lavori di ristrutturazione dell’appartamento della vittima. Irregolare in Italia, aveva precedenti per rapina

Si chiama Adil Harradi il cittadino marocchino accusato dell’omicidio di Rossella Nappini. Nei suoi confronti la pm solleva l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione. Harradi ha 45 anni e la polizia l’ha trovato ieri alle 4 del mattino in un appartamento con alcuni suoi connazionali. Ha deciso di restare in silenzio con gli inquirenti. Ora si trova nel carcere romano di Regina Coeli in attesa dell’interrogatorio di garanzia del giudice delle indagini preliminari. L’infermiera è stata trovata morta nell’androne del condominio di via Giuseppe Allievo nel quartiere Trionfale a Roma. Ieri la sorella Monica ha detto su Facebook «stavolta non sono riuscita a salvarti». Per domani 7 settembre la Asl Roma 1 ha organizzato una fiaccolata nelle strutture esterne dell’ospedale San Filippo Neri per ricordarla.


La ricostruzione

Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti Nappini e Harradi si erano conosciuti qualche mese prima. La donna aveva traslocato in casa della madre, che vive a 2 chilometri dall’ospedale. Nell’occasione la famiglia aveva effettuato alcuni lavori di ristrutturazione e tra gli operai c’era il cittadino marocchino, irregolare in Italia. La relazione era durata pochi mesi, poi Rossella l’aveva troncata. Ma i due continuavano a frequentarsi. Lunedì 4 settembre si erano visti qualche tempo prima dell’omicidio. Secondo alcuni racconti poi i due erano andati al bancomat più vicino. Poi nell’androne è arrivato l’omicidio. Determinante per arrivare a lui è stata la testimonianza della madre di Nappini. Agli investigatori la donna ha riferito che prima dell’aggressione mortale l’uomo ha aspettato che Rossella rincasasse proprio nell’appartamento in cui viveva nel quartiere Primavalle-Trionfale.


Il movente

Secondo gli inquirenti però il movente non sarebbe soltanto la gelosia. Dietro ci sarebbero alcuni motivi economici. Il Corriere della Sera spiega che chi indaga ritiene possibile che l’uomo volesse trasferirsi a vivere a casa della donna. La zia della vittima, Lisa, conferma al quotidiano: «Negli ultimi tempi lei era molto preoccupata. Si era confidata con mio figlio, suo cugino. Con lui si scriveva di continuo. L’altro giorno quell’uomo era in casa con lei, poi sono usciti, non so se erano insieme. Rossella doveva andare al bancomat delle Poste per un prelievo». L’arma del delitto non è stata trovata. Così come gli abiti che Harradi indossava il giorno prima. Secondo chi indaga potrebbero essere stati lavati o buttati insieme al coltello. Gli agenti hanno tracciato il telefono del cittadino marocchino: si è connesso nella cella della zona dell’abitazione di Rossella.

Irregolare in Italia

L’uomo ha precedenti per rapina in Italia. Non ha un regolare permesso di soggiorno. Anche secondo un’altra testimonianza Harradi era convinto che sarebbe andato a vivere in casa di Rossella. Ma l’uomo avrebbe litigato con la madre della vittima, chiudendo così ogni possibilità di convivenza. Lui, però, secondo il racconto del Messaggero, non si arrendeva e continuava a chiamarla. Le aveva anche chiesto i soldi spesi per il tempo passato insieme. L’ex compagno di Rossella Enrico N. ha detto al quotidiano romano che lui le telefonava di continuo e lei di solito interrompeva bruscamente la chiamata. Le scriveva anche messaggi affettuosi.

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