Arresto per i minori, Daspo urbano e stretta sui siti porno: cosa c’è nel decreto criminalità minorile

Nella bozza ammonizione del questore a partire dai 12 anni. Si discute sull’età dell’imputabilità

Arresto per i minori dai 14 anni in su per reati come spaccio di stupefacenti e violenza a pubblico ufficiale. Daspo urbano e stop ai cellulari. E una stretta sull’accesso ai siti pornografici per i minorenni. Queste sono le misure sul tavolo del governo Meloni per il decreto criminalità minorile che il consiglio dei ministri approverà oggi. A cui si aggiunge il carcere per i genitori che non mandano i figli alla scuola dell’obbligo. Nel testo definitivo però alcune misure potrebbero alla fine saltare. Perché difficili da attuare. Mentre per il Parco Verde di Caivano il governo mette a punto un piano da 30 milioni di euro, dalle scuole allo sport, affidandolo ad un commissario straordinario. Ancora in ballo la decisione sull’età dell’imputabilità, che potrebbe scendere da 14 a 12 anni come aveva proposto nei giorni scorsi la Lega. Il Consiglio dei ministri è convocato per oggi, 7 settembre, alle ore 12,30 a Palazzo Chigi.


I punti

Le misure rivedranno alcuni articoli del codice penale offrendo anche tutela alle vittime dei reati telematici. La stretta nel dettaglio prevede:


  • l’arresto per i minori dai 14 anni in flagranza di reato per spaccio e violenza a pubblico ufficiale;
  • l’avviso orale del Questore dai 14 anni in su: se il minore è stato condannato (anche in via non definitiva) per delitti contro la persona, il patrimonio, armi o droga può arrivare il divieto di uso del cellulare;
  • l’ammonizione del questore a partire dai 12 anni per reati che prevedono la reclusione fino a 5 anni; multa per i genitori dei minori ammoniti fino a 5 mila euro;
  • Daspo urbano per risse, violenza e minacce anche senza querela della persona offesa.

Il Corriere della Sera fa sapere che l’ipotesi di una modifica all’articolo 97 del codice penale che fissa a 14 anni la soglia di non imputabilità non c’era nell’ultima bozza circolata ieri. Potrebbe rientrare oggi con una nuova formulazione.

La bozza

Nella bozza compare anche un percorso più severo di reinserimento e rieducazione dei minori condannati. Che prevede lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit. Oppure ancora attività a beneficio della comunità. Il tutto per una durata da uno a sei mesi. Per i genitori che «omettono senza giusto motivo di far impartire al figlio l’istruzione obbligatoria» ci sono fino a 2 anni di carcere. «Un 14enne che uccide, rapina o spaccia deve pagare come paga un 50enne», ha detto ieri Matteo Salvini al termine del preconsiglio. Per la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Italia Ilaria Cucchi, invece, «inasprire le pene per i minori è pura follia».

La rieducazione

Arrivano modifiche anche sulla rieducazione minorile. Il pubblico ministero notifica al minore e ai genitori, in caso di reati per cui è prevista una pena non superiore a 5 anni, deve notificare al minore e ai genitori l’istanza di definizione anticipata del procedimento. Ma a condizione che il minore «acceda a un percorso di reinserimento e rieducazione che preveda lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit o lo svolgimento di altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per un periodo compreso da uno a sei mesi».

I siti porno

Ma nel provvedimento potrebbe alla fine arrivare anche la stretta sull’accesso ai siti pornografici. Secondo quanto si apprende la proposta, fortemente voluta dalla ministra Eugenia Roccella, prevede misure di certificazione dell’età per l’accesso ai siti hot e un incoraggiamento alle famiglie all’uso del parental control sui dispositivi in uso ai minori. Nei giorni scorsi si era parlato della fattibilità del provvedimento. Che dovrebbe reggersi in piedi su un servizio di certificazione offerto da società terze che i gestori dei siti vietati ai minori dovrebbero acquistare e implementare. E che prevede il controllo elettronico del documento d’identità.

La scuola e i fondi

La mancata regolare frequenza scolastica, infine, costerà alla famiglia anche il mancato diritto all’Assegno di inclusione. O comunque la sua sospensione. Alle scuole del Sud arriveranno 32 milioni di euro per potenziare l’organico dei docenti. «A Caivano, per esempio – spiega il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara – arriveranno 20 insegnanti in più. Ma saranno interessate 2.000 scuole del Mezzogiorno, con l’estensione del tempo pieno e l’aumento degli stipendi per i docenti impegnati per attività extracurriculari. Le scuole avranno poi un fondo specifico per svolgere azioni di recupero sociale e psicologico».

Leggi anche: