Il testamento di Prigozhin: ecco chi saranno i due uomini chiamati a sostituirlo alla guida della Wagner

I comandanti della milizia sopravvissuti allo schianto del jet pronti a riunirsi in un «Gran Consiglio» per disegnare il futuro del gruppo. Ecco in che direzione

Che ne sarà del gruppo Wagner dopo la decapitazione dei suoi vertici? È la domanda che rimbalza senza risposta sui gruppi Telegram di seguaci come nei cabli delle intelligence mondiali da quando l’aereo su cui volavano (con ogni probabilità) Yevgeny Prigozhin, Dmitry Utkin e altre figure di spicco della milizia russa è precipitato nei dintorni di Tver lo scorso 23 agosto. Due mesi dopo aver tentato il «colpo del secolo» guidando un’insurrezione armata contro il potere di Vladimir Putin, fallita, il capo della Wagner è scomparso. Eliminato secondo ben più di un sospetto su ordine del Cremlino per aver osato sfidare lo Zar, in puro stile Kgb. Ma della milizia che ha imperversato per anni dalla Siria al Nordafrica, sino a combattere ferocemente in Ucraina, facevano parte sino a poche settimane fa migliaia di uomini. E al netto dello scontro frontale sulle strategie in Ucraina, i «servizi» della Wagner hanno costituito sin qui un caposaldo del potere russo all’estero, apprezzati spesso dagli stessi «clienti» africani. Che fare di quest’organizzazione rimasta senza testa dunque? Secondo fonti citate dal giornalista della Stampa Jacopo Iacoboni, alla domanda verrà data risposta formale da quel che resta dei vertici della Wagner tra domani e dopodomani (8/9 settembre), nel «Consiglio dei comandanti» della milizia convocato presso la base di Molkino, tradizionale quartier generale militare del gruppo. Diversi comandanti sopravvissuti allo schianto del volo Mosca-San Pietroburgo avrebbero già raggiunto la base nella regione di Krasnodar che ospiterà l’incontro. Che sarà però chiamato essenzialmente a ratificare decisioni già “apparecchiate” dallo stesso Prigozhin, nel suo circostanziato testamento sulle cui disposizioni Iacoboni sostiene di aver raccolto cruciali informazioni.


Una diarchia per salvare la Wagner

Il nuovo comandante in pectore della Wagner sarà dunque Anton Elizarov, nome di battaglia “Lotus”. Un ex capitano dell’esercito russo caduto in disgrazia al cuore di una carriera brillante e «riscoperto» come comandante della Wagner da Prigozhin nel 2016, che lo ha inviato a guidare operazioni delicate in tutti i teatri di guerra affrontati: dalla Siria alla Repubblica Centrafricana, dalla Libia sino all’Ucraina, dove si ritiene Elizarov abbia guidato la conquista della città di Soledar. Gesta militari che sembra gli siano valse nel 2022 l’onorificenza di Stato di «eroe della Russia», e certamente la stima incondizionata di Prigozhin, che lo avrebbe indicato testualmente come suo successore alla guida delle operazioni (para)militari. L’impero costruito dall’ex «cuoco di Putin» andava però ben oltre le attività militari e comprendeva anche svariate e lucrose attività di business: la gestione dei proventi per i servizi offerti ai quattro angoli dal pianeta dalla milizia stessa, certo, ma anche gli affari multiformi del gruppo Concord, da lui fondato negli anni ’90 a San Pietroburgo a partire da una catena di hot-dog e cresciuto negli anni all’ombra del Cremlino. Prigozhin pare essersi preoccupato anche di questo secondo “ramo d’attività”, indicando anche in questo caso il successore designato: suo figlio Pavel, che, ricorda La Stampa, «ne conosce tutti i segreti e faceva parte lui stesso di Wagner in Siria». Quella che si prospetta alla guida della “nuova” Wagner (o di quel che ne resterà dopo l’uscita dal gruppo di un numero, al momento difficile da stimare, di suoi combattenti) è dunque una sorta di diarchia, composta da due uomini «assai legati e tra i quali è difficile immaginare fratture».


Mal d’Africa

Quanto alle missioni del gruppo Wagner, sembra infine che Prigozhin si sia premurato di indicare nel proprio testamento che la milizia resti testardamente operativa in Africa, laddove è (era?) con ogni probabilità il suo core business anche sul piano economico. Una preoccupazione evidente nella testa dell’«ultimo» Prigozhin, se è vero che la sua stessa ultima missione, poche ore prima di morire, fu in Africa, a curare / difendere gli interessi della Wagner. Che i nuovi vertici del gruppo saranno in grado di rispettare tale ultima volontà, tuttavia, è cosa del tutto da provare, considerata la crescente concorrenza di altre compagnie di mercenari su cui sembra essersi ora spostato il favore del Cremlino: in particolare la Redut e Convoy, che godrebbero del sostegno finanziario di due oligarchi vicini a Putin. Elizarov e Prigozhin jr, se sarà confermata la loro “nomina” a nuovi leader del gruppo, dovranno combattere in primis per far sì che la Wagner sopravviva al suo stesso passato successo, ora emulato da altri.

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