La retata a Cuba contro i reclutatori russi: 17 arresti. Le offerte per trovare nuovi mercenari da spedire in Ucraina

Le persone coinvolte nell’inchiesta dovranno scontare almeno 30 anni di carcere

Sono 17 le persone arrestate a Cuba perché sospettate di far parte di una rete di traffico di esseri umani che operava dalla Russia. L’obiettivo dell’organizzazione, secondo le autorità dell’Avana, era di reclutare cittadini cubani disposti a unirsi all’esercito del Cremlino per combattere in Ucraina. Nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri dell’isola, Bruno Rodriguez, aveva parlato per la prima volta delle indagini relative alla rete di mercenari. La notizia aveva fatto particolare scalpore perché Cuba è da sempre considerata una storica alleata del Cremlino, fin dai tempi dell’Unione Sovietica. Le trame di Mosca per reclutare soldati cubani sono state condannate con fermezza dal governo dell’Avana, che ha precisato di non partecipare alla guerra in Ucraina e di essere da sempre fermamente «contrario al fenomeno dei mercenari». Oggi lo stesso ministero degli Esteri dell’isola è tornato sulla questione per annunciare che la rete di trafficanti «è stata smantellata».


Secondo quanto riportato dai media cubani, le 17 persone arrestate avevano precedenti penali e dovranno scontare 30 anni di carcere, l’ergastolo o la pena di morte (che in realtà è sospesa da diversi anni), a seconda della gravità dei crimini commessi. Jose Luis Reyes Blanco, procuratore capo della Direzione dei Procedimenti penali della Procura generale di Cuba, ha precisato che dovranno rispondere di accuse molto gravi, «perché colpiscono figure giuridiche di speciale importanza e connotazione per la pace e il diritto internazionale». I diciassette arrestati, ha fatto sapere alla tv nazionale un alto funzionario del ministero degli Interni, «hanno riconosciuto la loro partecipazione ad operazioni di traffico di esseri umani a fini di reclutamento militare». A incastrarli sarebbero anche alcuni messaggi, raccolti dalle autorità cubane, che proverebbero che almeno tre di loro sono direttamente collegati con il «coordinamento del conflitto bellico in Ucraina». Alle persone reclutate, precisano le autorità dell’Avana, «sono stati promessi benefici materiali, come il pagamento di salari, documenti di legalizzazione dell’immigrazione, biglietti aerei e soggiorni in un Paese straniero».


Credits foto: EPA/Yury Kochetkov | Alcuni soldati russi partecipano Forum «Army 2023» fuori Mosca, in Russia (14 agosto 2023)

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