G20, il documento finale che condanna l’uso della forza in Ucraina senza citare Mosca. E chiede di riavviare il patto sul grano
Il G20 denuncia «l’uso della forza» in Ucraina per conquiste «territoriali»: è la formula di mediazione, che non cita mai esplicitamente Mosca, trovata nel corso del vertice per il documento conclusivo che, però, in un successivo passaggio sottolinea come le «crisi a cascata» rappresentino una minaccia per la crescita globale a lungo termine. La preoccupazione più esplicita, nel documento licenziato dal G20, è quella per la «piena, tempestiva ed efficace attuazione» – e ripresa – dell’accordo sul grano, «efficace per garantire consegne immediate e senza ostacoli di grano, prodotti alimentari e fertilizzanti e input agricoli provenienti dalla Federazione Russa e dall’Ucraina. Questo è necessario per soddisfare la domanda nei Paesi in via di sviluppo e meno sviluppati, in particolare quelli africani».
Il passaggio sulla guerra
A proposito della guerra in Ucraina, «ricordando la discussione di Bali, abbiamo ribadito le nostre posizioni nazionali e le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (A/RES/ES-11/1 e A/RES/ES- 11/6)», si scrive che tutti gli Stati «devono agire in modo coerente con gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite nella sua interezza». Qui il passaggio in cui si dice che le invasioni vanno condannate, per quanto in termini molto generali: «Tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per perseguire l’acquisizione territoriale contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”. In più, il G20 ribadisce che «l’uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile».
L’accordo sul grano
Molto più esplicito l’appello per l’attuazione del patto sul grano, la cui sospensione preoccupa molti grandi paesi tra i quali la stessa India. Il G20, si legge, chiede, la «piena, tempestiva ed efficace attuazione» dell’accordo sul grano, «efficace per garantire consegne immediate e senza ostacoli di grano, prodotti alimentari e fertilizzanti e input agricoli provenienti dalla Federazione Russa e dall’Ucraina. Questo è necessario per soddisfare la domanda nei Paesi in via di sviluppo e meno sviluppati, in particolare quelli africani».
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