Giorgia Meloni al G20 dà il benvenuto all’Unione Africana: «Dobbiamo cambiare approccio, dall’Italia 3 miliardi per il clima»

Prendendo la parola a Nuova Delhi, la presidente del Consiglio ha annunciato l’intenzione di proseguire con il piano Mattei

Dopo essere stata accolta dal presidente indiano Narendra Modi ed aver espresso la propria solidarietà alle vittime del terremoto in Marocco, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al G20 di Nuova Delhi ha dato il benvenuto all’Unione Africana come membro permanente del G20, esprimendo l’importanza di questa decisione nata da una sua richiesta ai membri del G7. «L’Italia – ha aggiunto – aspira a diventare un ponte tra Europa e Africa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi, rifiutando un approccio assertivo o paternalistico, per sostenere la sicurezza energetica delle Nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde».


Il Fondo

Per questo, «l’Italia destinerà all’Africa oltre il 70% suo Fondo Italiano per il clima», per poi chiarire «Significa 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, equamente destinati a iniziative di mitigazione e adattamento». Il tutto, ha specificato la premier, «rientra nel ‘Processo di Roma’ avviato con la Conferenza su migrazione e sviluppo, che l’Italia ha riunito a luglio e ambisce a costruire un nuovo modello di relazioni internazionali su base paritaria, per creare sviluppo, ma anche favorire percorsi di migrazione legale e combattere le potenti reti criminali di trafficanti dell’immigrazione illegale, che sfruttano la disperazione per arricchirsi».


Azioni congiunte

A riguardo, la premier ha aggiunto: «Inutile dire che la risposta al cambiamento climatico deve riguardare davvero tutti, altrimenti pensare che possa portare risultati apprezzabili è pura utopia. E al di là degli impegni sul contenimento del riscaldamento in corso, dobbiamo considerare prioritaria l’adozione di tutte le misure utili alla mitigazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che impattano soprattutto sui Paesi del sud globale». «Nella transizione ecologica e nella transizione energetica in cui siamo, in modi diversi, tutti coinvolti, approcci troppo radicali o troppo asimmetrici fra gli Stati, particolarmente fra quelli più industrializzati, finirebbero per non garantire soluzioni efficaci ai nostri problemi, e allo stesso tempo potrebbero provocare pericolosi squilibri nel rapporto tra le Nazioni e all’interno delle Nazioni stesse»

Il Piano Mattei

«L’Africa è un continente estremamente ricco di risorse. Ciononostante risulta un continente povero, anche perché, nel corso della storia, gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono sempre rispettosi dei bisogni delle realtà locali. Vogliamo cambiare approccio», ha aggiunto la premier, spiegando che il nuovo approccio è costituito dal piano Mattei. «Un ampio piano di cooperazione e sviluppo» ispirato a colui che «seppe coniugare l’esigenza di una Nazione come l’Italia di rendere sostenibile la sua crescita con quelle degli Stati partner di conoscere una stagione di sviluppo e progresso. Oggi la storia ci pone davanti le stesse esigenze», ha spiegato Meloni.

Leggi anche: