«A scuola lezioni di cucina come le nonne contro l’inflazione»: la polemica per l’idea della ministra francese

L’idea di Olivia Grégoire ha suscitato reazioni forti nella politica d’Oltralpe

«Corsi di cucina a scuola». Secondo la ministra dell’Imprese e dell’Artigianato e delle Pmi francese, Olivia Grégoire, sarebbero necessari per aiutare la popolazione a spendere meno per i propri alimenti. L’idea, effettivamente, ha senso. Anziché comprare cibi pronti, meglio partire dalle materie prime grezze, più sane e meno costose, come facevano «le nonne nella piccola cucina quotidiana». La proposta, lanciata nel corso di un’intervista che la ministra macroniana ha rilasciato al giornale Sud Ouest parte da un dato. I prodotti alimentari rimangono uno dei principali motori dell’inflazione in Francia che nel settore viaggia all’11,2% l’anno secondo i dati di agosto. L’idea ha suscitato reazioni forti nella politica d’Oltralpe, ancora memore del «Se non hanno più paneche mangino brioche» della regina Maria Antonietta.


Le persone non hanno nulla da mangiare

«Non voglio nemmeno più riderci sopra», ha reagito il leader del Partito socialista Olivier Faure su X (ex Twitter). «Ogni settimana, uno di loro rivela il proprio subconscio: disprezzo sociale invece di giustizia». «Di fronte alla scarsità di acqua potabile, prendete lezioni di degustazione di vini», ha commentato ironico il leader di La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon sul social network di Elon Musk. Gli ha fatto eco la sua collega, Anne Stambach: «Se le persone arrivano a saltare i pasti, non è perché non sanno cucinare, ma perché non hanno niente da cucinare!».


La risposta della ministra

Ma non solo la politica, anche i cittadini comuni hanno ironizzato sulle parole della ministra. C’è chi ha commentato la notizia con una videoricetta dove non cucina niente, chi ha controproposto corsi di equitazione contro l’aumento del costo delle auto, corsi di camminata contro il caro benzina e corsi di campeggio contro il caro affitti. «Spiacevole riassumere in un tweet di poche parole è un messaggio che è semplicemente di buon senso – ha risposto la ministra alle polemiche – preferire prodotti freschi a quelli già trasformati fa bene alla salute e al portafoglio, e non solo in tempi di inflazione»

Leggi anche: