Ciclone in Libia, Saied punta il dito contro il “movimento sionista”: «Perché lo hanno chiamato Daniel? È un profeta ebreo»

Il presidente tunisino non è nuovo ad accuse antisemite. E sulla normalizzazione dei rapporti con Israele, risponde: «Non esiste»

Il presidente tunisino Kais Saied torna a scagliarsi contro la presunta influenza del «movimento sionista globale», che a suo dire avrebbe scelto addirittura il nome del ciclone (Daniel) che nei giorni scorsi ha devastato la Libia e causato migliaia di morti. «Per quanto riguarda l’uragano Daniel, non si sono nemmeno presi la briga di mettere in discussione l’origine di questo nome. Chi è Daniel? È un profeta ebreo», ha detto Saied durante un incontro con il primo ministro tunisino Ahmed Hachani e altri ministri del suo governo. In realtà, la scelta dei nomi di uragani, cicloni e altri fenomeni meteorologici eccezionali ricade ormai da diversi decenni sull’Organizzazione Meteorologica Mondiale o sulle autorità dei singoli Paesi.


La scelta del nome

Eppure, il presidente tunisino sembra preferire una spiegazione alternativa: «Perché è stato scelto il nome Daniel? Perché il movimento sionista si è infiltrato, lasciando le menti e tutti i pensieri in un coma intellettuale totale», ha aggiunto Saied. Il ciclone Daniel, che ha colpito la Libia orientale lo scorso 10 settembre, ha provocato inondazioni e migliaia di morti, in particolare nella città di Derna. Prima di arrivare in Libia, il ciclone ha toccato Turchia, Bulgaria e Grecia. Ed è stato proprio il Servizio Meteorologico Ellenico a dargli il nome Daniel, dal momento che in Europa le depressioni con conseguenze gravi o moderate hanno un nome univoco, che viene scelto dai diversi servizi meteorologici nazionali in ordine alfabetico.


Le relazioni tra Tunisia e Israele

Nello stesso incontro in cui si è scagliato contro il «movimento sionista», Saied ha escluso categoricamente una normalizzazione dei rapporti tra Tunisia e Israele, che di recente ha iniziato ad allacciare relazioni diplomatiche con Paesi arabi come Marocco ed Emirati Arabi Uniti. «La normalizzazione di cui parlano non esiste nemmeno come parola per me. Equivale ad alto tradimento contro il popolo palestinese e i suoi diritti in Palestina, in tutta la Palestina – ha detto Saied -. Il problema non sono gli ebrei, ma il movimento sionista globale». A maggio, in seguito a una sparatoria mortale perpetrata da un agente di sicurezza vicino alla sinagoga Ghriba, sull’isola di Djerba, Saied smentì ogni accusa di antisemitismo di Stato in Tunisia.

Credits foto: EPA/QUIRINALE | Il presidente tunisino Kais Saied durante un incontro con Sergio Mattarella al Quirinale (24 luglio 2023)

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