Nuovo Codice della strada: cosa si potrà ancora fare con il cellulare in auto

Le sanzioni scatteranno in base alla posizione delle mani, mentre dovrebbero essere risparmiati dalla stretta i computer di bordo

Ci vorrà del tempo prima che la riforma del Codice della strada, caldeggiata da Matteo Salvini, entri in vigore. E non è da escludere che, nella fase di conversione parlamentare, il testo licenziato nel Consiglio dei ministri di lunedì 18 settembre possa subire delle modifiche. Se le disposizioni resteranno inalterate, invece, è chiaro che l’uso dei cellulari da parte dei conducenti subirà una stretta. Eppure, stando al disegno di legge, qualche attività con lo smartphone, mentre si è alla guida, potrà comunque essere svolta. Quali? Le elenca Il Sole 24 ore in un approfondimento. Prima di tutto, va detto che fino all’autunno 2021 il Codice della strada vietava l’utilizzo soltanto di «apparecchi radiotelefonici e cuffie sonore». Una gamma di oggetti troppo vaga e ristretta, che si prestava a ricorsi da parte degli automobilisti sanzionati. Così, a novembre di quell’anno, è stato ampliato lo spettro di strumenti interdetti: «Smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi che comportino anche solo temporaneamente l’allontanamento delle mani dal volante». La definizione, certamente più onnicomprensiva, non ha modificato la definizione del comportamento vietato. Ovvero, «fare uso» dei dispostivi «durante la marcia». Quindi, se il veicolo si trova in sosta e in fermata, anche in una zona non consentita, il conducente può utilizzare il cellulare.


I comandi vocali

Diversa è la casistica degli ingorghi stradali, sulla quale si è espressa la Cassazione nel 2020: solo se la congestione è tale da costringere gli automobilisti a restare fermi a lungo, e non a procedere a singhiozzi, si possono portare le mani sullo schermo dello smartphone. Tornando invece alle modifiche del Codice della strada varate dal governo, nonostante la stretta sull’uso dei cellulari alla guida, restano salvi alcuni casi in cui il conducente può ricorrere al dispositivo. Ovvero, esso è consentito qualora il conducente si avvalga di «apparecchi a vivavoce o dotati di auricolare, purché le capacità uditive di entrambe le orecchie» non vengano invalidate e purché «non si utilizzino le mani per attivarli». Per intenderci, «Ehi Siri» così come altri comandi vocali per attivare i propri assistenti virtuali dovrebbero tutelare gli automobilisti dalle sanzioni. I comandi vocali, inoltre, potranno essere azionati tramite tasti se essi si trovano sul volante e sul manubrio. È evidente da come è stata scritta la riforma che è la posizione delle mani il vero discrimine per la punibilità della condotta. E, secondo Il Sole, un certo margine di tolleranza sarà garantito anche se per attivare i comandi vocali è necessario «l’uso di una mano, con un rapido tocco sulla plancia, su un auricolare indossato o sul dispositivo stesso, se ben fissato alla plancia».


Salvi i computer di bordo

Infine, è complicato immaginare come possano essere coinvolti nella stretta della riforma i computer di bordo già integrati nel veicolo, per quanto essi possano essere tanto distraenti quanto uno smarphone. Nelle operazioni di controllo stradale, infatti, sarebbero difficili a individuare gli autisti che vi fanno ricorso, poiché sarebbe necessario osservare con attenzione all’interno dell’abitacolo, misurando il tempo durante il quale il conducente si attarda con il dito lontano dal volante, per valutarne la punibilità. «Tutto rimesso a immagini prese da lontano e alla vista degli agenti», quindi suscettibile di ricorsi e contenziosi.

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