Fondi alle Ong nel Mediterraneo, Crosetto contro la Germania: «Così mette in difficoltà un Paese amico». Crippa: «Una regia Ue per punire l’Italia»

Il ministro della Difesa e il vicesegretario della Lega denunciano con durezza la decisione di Berlino di stanziare 790mila euro per la Sos Humanity

È sempre più un caso nel governo e nella maggioranza la decisione del governo tedesco di stanziare 790mila euro per la ong tedesca SOS Humanity, attiva nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo. Ad aprire il fronte contro Berlino per la scelta, nell’esecutivo, è oggi il ministro della Difesa Guido Crosetto. «È molto grave. Berlino finge di non accorgersi che, così facendo, mette in difficoltà un Paese che in teoria sarebbe “amico”. Di fronte alla nostra richiesta d’aiuto, questa è la loro risposta? Noi non ci siamo comportati allo stesso modo quando Angela Merkel convinse l’Ue a investire in Turchia miliardi di euro per bloccare i migranti che arrivavano in Germania dal Medio Oriente», punge Crosetto in un’intervista a La Stampa. Ma se il titolare della Difesa rifiuta di pensare a un «disegno europeo contro il governo», ad andare decisamente oltre in un colloquio con la Repubblica è il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. A suo dire si profila infatti «un governo tedesco che sta foraggiando le ong per portare i clandestini in Italia e fare concorrenza al ribasso ai nostri lavoratori. Mi sembra che ci sia una regia da parte di alcuni governi per far sì che l’Italia continui a essere porto di sbarco dall’Africa». E dire che Sos Humanity, dal canto suo, ieri ha messo in evidenza come la cifra stanziata da Berlino non sia in realtà sufficiente. Secondo il Coordinatore della comunicazione “terra-mare” dell’organizzazione, Lukas Kaldenhoff, si tratta di una somma «esigua» rispetto alle disponibilità europee, in grado di coprire «solo un quarto» del bilancio annuale di Sos Humanity».


«Approccio ideologico»

Per il ministro della Difesa, ciò che è certo è che dietro la scelta di Berlino c’è «un approccio ideologico di una sinistra che non tiene conto delle conseguenze delle teorie sui popoli». Un approccio che a Crosetto ricorda quello dell’ex commissario europeo Frans Timmermans con la sua politica industriale verde per l’Unione europea: «Non conta solo la bontà dell’obiettivo, ma anche come ci si arriva. Volerlo raggiungere in un tempo così stretto, mentre la produzione europea non è in grado di stare al passo con i cambiamenti richiesti e i costi che generano queste scelte, porterà alla desertificazione di interi comparti industriali. Sarà un enorme regalo alla Cina», commenta a colloquio con Federico Capurso.


Il rallentamento economico

Sono tre attualmente i problemi del governo italiano che individua il ministro: oltre all’immigrazione, l’inflazione e l’economia. Tre macro filoni su cui «non possiamo agire da soli», dice ancora Crosetto. Ma, al tempo stesso, non risparmia critiche su più fronti a un Ue che – a suo avviso – continua a sbagliare «strategie e tempi». Sollecitato sul rallentamento economico del nostro Paese risponde, infine: «Penso che tutti capiscano che l’aumento dei tassi – voluto dalla Bce, non da questo governo – crea problemi a chi ha un altissimo debito. Avremo meno possibilità. Ora vediamo cosa succede con la Nadef. È uno dei motivi per cui Giorgetti ha chiesto all’Europa di non tenere conto degli investimenti militari e per la transizione ecologica e digitale, in modo che non incidano sulla possibilità di portare avanti un’agenda politica»

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