Raggiunto il 3.4 per cento di share. Un po' pochino per la fascia d'orario e il tipo di programma
«Ma quale flop, gli ascolti sono buoni, in linea con la rete, un po’ più alti». Non ci crede Pino Insegno e commenta così il risultato della prima puntata de Il Mercante in fiera, il game show del preserale ieri sera su Rai2. Il debutto è stato seguito da 638 mila spettatori (3.4 per cento di share). Una percentuale un po’ bassina per il canale e la tipologia di programma. «La cosa bella è che finiamo il programma al 5 per cento di share quindi il programma è andato in crescendo e ha chiuso in grande crescendo. Quello che dobbiamo fare noi ora è cercare di raddoppiare gli ascolti di quella fascia», ha dichiarato a Repubblica. «Dopo otto minuti di pubblicità – spiega il conduttore – i risultati che abbiamo ottenuto sono già un miracolo. Il pubblico deve scoprire che c’è un programma. Le somme si potranno tirare dopo almeno due settimane, siamo appena all’inizio: l’obiettivo è di andare meglio della fascia, che significa fare il 4, il 5 o il 6 per cento di share, che vorrebbe dire un successo senza precedenti. A tutti i programmi che nascono bisogna dare il tempo di crescere e di essere scoperti, soprattutto un quotidiano. Andrà sempre meglio». Il programma ha ricevuto la sua pubblicità ancora prima di iniziare. Da una parte le continue interviste di Insegno, dove lamenta degli attacchi perché legato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dall’altra la querelle con l’ex Gatta Nera Ainett Stephens, non richiamata per la nuova edizione de Il Mercante in Fiera. Sui social la prima puntata è stata accolta con debole entusiasmo.
Il ginecologo in pensione Roberto Petrella, già radiato dall’Ordine dei Medici (poi reintegrato) per aver diffuso informazioni false e pericolose sui vaccini, nel gennaio 2022 era agli arresti domiciliari. Il motivo? Un suo paziente era morto dopo che il medico gli aveva suggerito una medicina alternativa a base di vitamine e funghi (micoterapia). Oggi lo rivediamo su Facebook a suggerire la stessa micoterapia in un video, dove la propone per prevenire il cancro. Per quanto riguarda la prevenzione del cancro alla cervice uterina il pur ginecologo Petrella sconsiglia alle ragazze il vaccino HPV, colpevolizzando le madri, ree di consigliarlo alle figlie. Di chemioterapia e radioterapia non ne parliamo: anche quelle secondo il medico andrebbero evitate.
Per chi ha fretta:
Il ginecologo Roberto Petrella mette in guardia gli utenti Facebook dagli eventi avversi del vaccino Hpv, della chemioterapia e della radioterapia, consigliando la micoterapia.
Il vaccino Hpv è dimostrato essere l’arma più sicura ed efficace per prevenire i tumori associati al Papilloma virus.
Chemioterapia e radioterapia hanno certamente degli effetti collaterali, ma sono irrilevanti rispetto ai benefici del trattamento.
La micoterapia è una medicina alternativa derivante dalla Medicina tradizionale cinese che non ha mai dimostrato la sua efficacia nel prevenire o trattare i tumori.
Abbandonare i trattamenti riconosciuti significa quindi mettere a rischio la propria vita.
Analisi
Riportiamo di seguito le affermazioni più controverse di Petrella:
«Dobbiamo evitare di fare la chemioterapia, di fare la radioterapia – spiega il ginecologo – se uno pensa di prevenire il tumore al collo dell’utero con il vaccino del Papilloma virus è l’errore più grave che uno possa fare». Petrella parla anche di video in cui si vedrebbero ragazze morte a seguito del vaccino HPV della Gardasil. «Ho filmati di ragazze morte in tutto il mondo, quindi conosco questo problema, per questo sconsiglio a tutte le mamme di non far fare il Gardasil e il Cervarix, perché la colpa care mamme è vostra». Quindi come si dovrebbe prevenire? Petrella suggerisce di «rafforzare il sistema immunitario» con la micoterapia.
Segue una lunga disamina dove Petrella ci parla delle origini storiche dei chemioterapici, che sarebbero legate alla «guerra chimica» durante i due conflitti mondiali. Da questo momento Petrella salta di palo in frasca, partendo dal gas mostarda usato nelle trincee della Grande guerra, perché sarebbero stati sperimentati dei derivati come terapia contro il cancro. Infine Petrella ci racconta anche aneddoti di vita quotidiana, come quando alle Poste non sarebbero stati in grado di dargli i soldi della pensione (Sic!).
Insomma, sono innumerevoli le affermazioni controverse (per lo più congetture) che dovrebbero essere sottoposte all’attenzione dell’Ordine dei medici. Noi per motivi di spazio, tempo e rispetto dell’intelligenza dei lettori, ci soffermeremo alle affermazioni più specifiche, riguardo a cura e prevenzione dei tumori.
Vaccino HPV
La vaccinazione Hpv (Papilloma virus) è fondamentale, perché riduce notevolmente l’incidenza del tumore alla cervice uterina. Parliamo del secondo tumore nel mondo che colpisce le donne dopo quello alla mammella. A causarlo possono essere generalmente le infezioni dovute ad alcuni ceppi di Hpv. I relativi vaccini, offerti gratuitamente già sotto i 12 anni di età, permettono di prevenire efficacemente il tumore. Là dove fallisce la prevenzione e la diagnosi precoce, allora si può intervenire con terapie che combinano chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Petrella afferma che la micoterapia aiuterebbe nella chemioterapia a preservare le cellule sane, analizzeremo questa medicina alternativa alla fine.
Per quanto riguarda la vera prevenzione contro il Papilloma virus, trovate tutte le fonti di riferimento nella nostra apposita guida. Consigliamo anche l’analisi di Caterina Fazion per la Fondazione Veronesi, che ha riportato anche i risultati di una revisione sistematica basata su 138 studi pubblicati tra il 2016 e il 2020:
I trial clinici condotti con i due vaccini disponibili (bivalente e quadrivalente) hanno mostrato un’efficacia elevata verso le lesioni precancerose e cancerose del collo dell’utero – spiega Fazion -, superiore al 90% nella popolazione che al momento dell’arruolamento era naïve, ovvero negativa per i tipi di HPV contenuti nel vaccino. Le riduzioni maggiori sono state osservate nelle fasce di età più giovani (14-17 anni), con una riduzione fino al 73% delle lesioni cervicali precancerose tra le donne vaccinate.
Segnaliamo infine una revisione della Cochrane pubblicata nel 2019, che include anche l’analisi di 20 studi randomizzati e controllati, per un totale di oltre 31 mila partecipanti, dove si evince che «la certezza dell’insieme delle prove sugli eventi avversi gravi riportati durante i periodi di studio era bassa o molto bassa, sia perché il numero di eventi era basso, sia perché l’evidenza era indiretta, o entrambi».
Petrella oltre ad affermare che lui ha visto filmati di donne a suo avviso morte a causa del vaccino HPV (dobbiamo fidarci delle sue parole), non fornisce altre “prove”. Sarebbe stato interessante esaminare ampie revisioni sistematiche che smentissero quelle più recenti che abbiamo citato. Infatti non esistono ampi studi che suggeriscano di abbandonare i vaccini Hpv noti in favore di altri rimedi.
I benefici della Chemioterapia superano di misura i rischi
A video inoltrato Petrella corregge il tiro, affermando di non voler sconsigliare chemioterapia e radioterapia ai pazienti già in cura (visti anche i problemi deontologici avuti in passato), ma raccomanda di abbinare ai trattamenti riconosciuti con la micoterapia. A breve vedremo di cosa si tratta. Eppure gran parte del filmato è dedicato a elencare gli eventi avversi associati alle due terapie, senza menzionarne i notevoli benefici. Ed è vero, ci sono effetti collaterali non proprio leggeri. L’Airc ha elencato i principali: «la perdita di capelli, l’anemia, la stanchezza, la nausea, il vomito, la diarrea, le infezioni, la formazione di lividi o piccole emorragie e anche problemi di tipo cognitivo (“chemo brain”)». Suggeriamo anche il video dell’oncologo Francesco Perrone:
Ci sono tipi di tumori e stadi di avanzamento per i quali la chemioterapia può essere il trattamento con maggiore efficacia. In questi casi non sottoporsi al trattamento, preferendo terapie “alternative” può avere un solo gravissimo effetto collaterale: la morte.
Nel linguaggio comune il termine chemioterapia è utilizzato soprattutto per indicare le più comuni cure farmacologiche utilizzate contro il cancro (chemioterapia antineoplastica) – riporta Airc -. Tuttavia, preso alla lettera, il termine include qualunque trattamento terapeutico, di malattie anche molto diverse tra loro, a base di sostanze chimiche. Da questo punto di vista, anche composti come gli antivirali, che inibiscono alcuni virus, e gli antibiotici, che eliminano i batteri, si possono includere in questa vasta categoria.
Airc elenca cinque casi in cui è richiesto questo genere di trattamento:
il tipo di tumore, più o meno sensibile a queste cure;
la sede in cui il tumore si è presentato la prima volta: per esempio, per le metastasi localizzate nel polmone provenienti da un tumore della mammella, si utilizzano gli schemi di trattamento efficaci contro il tumore della mammella;
l’aspetto delle cellule tumorali osservate al microscopio, cioè il grado di severità del cancro;
la diffusione della malattia all’interno dell’organismo a partire dal punto in cui si è sviluppata, cioè lo stadiodi evoluzione del cancro;
le condizioni generali del paziente.
No, la radioterapia non ti fa venire il cancro, semmai può sconfiggerlo
Vi sono condizioni in cui è possibile invece trattare il tumore con la radioterapia, la quale può risultare meno invasiva della chemioterapia. Anche in questo caso ci viene in aiuto il sito dell’Airc: «la radioterapia è un trattamento con radiazioni ionizzanti, in genere i raggi X, utilizzato nella cura dei tumori». Ecco perché verso la fine del filmato Petrella legge su alcune specifiche di un rischio di «cancerogenicità», ma questo succede anche quando si devono fare delle radiografie, il punto banalmente è saper gestire le esposizioni nei i limiti di sicurezza e in base ai benefici del trattamento: per esempio, ridurre il rischio di morire.
La radioterapia è una terapia localizzata – continua Airc -, non invasiva, indolore, effettuata per lo più in regime ambulatoriale, in grado di provocare la necrosi ovvero la morte delle cellule del tumore attraverso l’utilizzo di radiazioni di elevata energia chiamate radiazioni ionizzanti. Si stima che circa il 60 per cento dei malati di tumore, nel percorso di cura, sia sottoposto ad almeno un ciclo di radioterapia. È considerata una sorta di “chirurgia virtuale”, visto che in alcuni contesti si propone quale alternativa alla chirurgia tradizionale, come nel caso del tumore della prostata o di quelli del rinofaringe, che per la posizione in cui si trovano sono difficilmente operabili.
Cos’è la micoterapia
Veniamo ora alla terapia proposta da Petrella, che lui stesso consiglia prudentemente sia come forma di prevenzione che come trattamento da affiancare alla chemioterapia. Saremo piuttosto brevi, perché non esistono studi che accertino i benefici oncologici di questo trattamento, dunque non c’è molto da dire. La micoterapia si basa sulle proprietà più o meno dimostrate dei funghi di avere un qualche effetto curativo. Del resto fa parte della medicina tradizionale cinese (che si fonda a sua volta su credenze prive di fondamento scientifico). Non neghiamo che alcuni funghi possano contenere principi attivi realmente efficaci per certe malattie (non è scopo di questo articolo approfondirlo); sicuramente non vi è evidenza alcuna che la micoterapia possa avere efficacia contro i tumori.
Come riporta una scheda del Cancer Center Research britannico, «non ci sono prove che i funghi o gli estratti di funghi possano prevenire o curare il cancro». Inizialmente ci sono state delle ricerche le quali suggerivano una funzione di potenziamento del sistema immunitario di alcune sostanze contenute in certi funghi. Non è sbagliato quindi esaminarne gli eventuali principi attivi che potrebbero influenzare le cellule tumorali. Da qui a sostenere che oggi con degli intrugli a base di certi funghi si potenzia la chemioterapia o si prevengono i tumori ce ne passa.
Conclusioni
Come spesso accade nel campo delle medicine alternative, le affermazioni di Petrella sono pericolose, perché rischiano di allontanare i pazienti oncologici da trattamenti salvavita. Lo stesso vale per le ragazze che verrebbero scoraggiate dall’assumere il vaccino Hpv, il quale ha dimostrato di essere sicuro ed efficace nel prevenire le infezioni da Papilloma virus e i tumori associati al patogeno.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.