Migranti, la denuncia dell’Unhcr al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Le cifre sugli sbarchi: «Perché l’Italia non può essere lasciata sola»

Su 186mila arrivi nel Sud dell’Europa, 130mila sono avvenuti sulle coste italiane, spiega il capo dell’agenzia Onu per i rifugiati

«La situazione a Lampedusa è motivo di grande preoccupazione» dice alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu Ruven Menikdiwela, capo dell’agenzia delle Nazioni Unite dei rifugiati. Proprio l’Unhcr «è presente e apprezza gli sforzi delle autorità per decongestionare rapidamente l’isola – continua Menikdiwela – ma l’Italia non può essere lasciata sola nel rispondere ai bisogni degli arrivi». Menikdiwela ricorda di aver chiesto più volte l’istituzione di un meccanismo concordato a livello regionale per lo sbarco e la ridistribuzione dei migranti che arrivano via mare, in uno spirito di condivisione delle responsabilità e solidarietà con gli Stati in prima linea». Meccanismo su cui l’Ue fatica a trovare un’intesa, discussa ancora oggi al Consiglio europeo a Bruxelles.


A ribadire l’urgenza di un intervento a sostegno di Roma, Menikdiwela ha illustrato le cifre che dimostrano quanto il fenomeno dei flussi migratori stia colpendo l’Italia più di tutti gli altri paesi europei: «Da gennaio al 24 settembre 2023, circa 186.000 persone sono arrivate via mare nell’Europa del sud (Italia, Grecia, Spagna, Cipro e Malta) con la maggioranza, oltre 130.000, arrivati in Italia (+83% rispetto allo stesso periodo nel 2022). Dall’inizio dell’anno al 24 settembre, più di 2.500 migranti sono morti o dispersi dopo aver tentato di attraversare il Mediterraneo verso l’Europa. Questo numero rappresenta un aumento di due terzi rispetto alle 1.680 persone nello stesso periodo del 2022».


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