Dl Migranti, stralciato l’intervento della Guardia costiera negli hotspot: ecco cosa rimane nel decreto – Il video

Il testo è passato dai 13 articoli della bozza a 11 punti: invariato l’impianto che agevola le espulsioni per motivi di ordine pubblico e per chi mente sull’età

Secondo le stime, entro fine 2023, in Italia saranno sbarcati circa 200 mila migranti. Numeri da record per un singolo anno solare. Così, il governo sceglie di intervenire di nuovo sulla materia. Dopo il dl Cutro, il Consiglio dei ministri di oggi, 27 settembre, vara il cosiddetto dl Migranti. Rispetto alla bozza circolata negli scorsi giorni, sono stati eliminati 2 dei 13 articoli previsti. La differenza principale riguarda la Guardia costiera e la possibilità di intervenire negli hotspot in caso di arrivi consistenti e ravvicinati sulle coste italiane. Resta invariato l’impianto generale del provvedimento, nonostante le proteste arrivate dalle opposizioni, dal mondo delle associazioni non governative e dalla chiesa cattolica. «C’è preoccupazione di fronte al rischio di una riduzione delle tutele a favore dei minori stranieri non accompagnati», ha scritto, in una nota, Save the Children. Sulla stessa linea il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi: «Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per una soluzione del problema dei migranti solo in termini di respingimento, di contenimento e di ordine pubblico».


L’impatto sui migranti minorenni

Tra le disposizioni che hanno fatto più discutere, quella che permette alle autorità di accogliere i ragazzi tra i 16 e i 18 anni nelle stesse strutture degli adulti, qualora non ci fosse disponibilità negli spazi a loro dedicati. Il limite massimo di permanenza degli adolescenti negli edifici ricettivi per maggiorenni, comunque, non potrà superare i 90 giorni. Ci sono poi due punti del decreto atti ad agevolare le espulsioni. Il primo prevede che un migrante che mente sulla propria età, fingendosi magari minorenne per avere maggiori tutele, possa essere espulso. Gli accertamenti potranno avvenire tramite rilievi dattiloscopici, antropometrici e sanitari, compreso il ricorso ai raggi X. In altre parole, è immessa nel sistema italiano l’espulsione dal territorio nazionale dei condannati per il reato di falsa attestazione di età.


Espulsioni agevolate per ragioni di sicurezza

Il decreto migranti, sottolineano fonti di governo, «prevede la possibilità di svolgere più rapidamente gli accertamenti per verificare l’età del minore straniero non accompagnato». Mentre il secondo punto relativo alle espulsioni le facilita per ragioni di sicurezza. I titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo potranno infatti essere allontanati dal Paese «per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato», su decisione del ministero dell’Interno. Quando ricorrono «gravi motivi di pubblica sicurezza», invece, l’espulsione potrà essere disposta dal prefetto. L’applicazione di questa norma riguarda, dunque, solo gli «stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio da almeno cinque anni, inseriti nel contesto lavorativo e sociale, cui è stato rilasciato il particolare status di soggiornante di lungo periodo che, in taluni settori, consente di beneficiare del medesimo trattamento riconosciuto ai cittadini italiani». Il decreto predispone la possibilità di presentare ricorso contro la decisione delle autorità.

Stretta sulla protezione internazionale

Tra le altre novità introdotte dal dl Migranti, compaiono le limitazioni alle deroghe sulle capienze dei centri di accoglienza: anche in caso di numeri di arrivi straordinari, le presenze effettive non potranno più superare il doppio dei posti previsti da ogni struttura. Poi, viene stabilito l’aumento di nuovi Centri di permanenza nelle Regioni italiane. Ancora, c’è l’innalzamento a 18 mesi del limite di trattenimento per chi varca i confini illegalmente, durata massima consentita dalle attuali normative europee. Il governo stringe anche le maglie delle domande per ottenere la protezione internazionale: «Se lo straniero presenta una nuova domanda di protezione internazionale – domanda reiterata – durante l’esecuzione di un provvedimento di espulsione, il presidente della Commissione territoriale, in composizione monocratica, valuta preliminarmente e immediatamente l’eventuale inammissibilità della domanda reiterata di protezione internazionale. In questo modo si contrasta la pratica delle domande di asilo pretestuose e dilatorie», spiegano sempre le fonti di Palazzo Chigi.

Estensione delle tutele per le donne migranti

Il decreto, inoltre, aumenta il personale di polizia da destinare alle ambasciate e ai consolati «per potenziare le attività di controllo e di verifica del rilascio dei visti di ingresso». Crescono i finanziamenti all’operazione Strade sicure, con un incremento di personale pari a 400 unità. Infine, estese le tutele per le donne migranti. Finora, solo chi era in stato di gravidanza o le madri con minori a seguito venivano inserite subito nel sistema di accoglienza di secondo livello. Per tutte le altre donne, rimarcano fonti di governo, «la normativa prevedeva lo stesso identico trattamento degli uomini adulti». Il decreto garantisce a tutte le donne migranti, dunque non più solo a quelle in stato di gravidanza, l’accesso nelle strutture di maggiore tutela. Giorgia Meloni, su Facebook, saluta con soddisfazione l’approvazione del testo, «un decreto su immigrazione e sicurezza. Rendiamo più veloci le espulsioni degli immigrati irregolari pericolosi, introduciamo la piena tutela per tutte le donne e manteniamo quella per i minori ma con le nuove regole non sarà più possibile mentire sull’età reale».

La conferenza stampa post Cdm

Nello spiegare le misure, durante la conferenza stampa post Consiglio dei ministri, Matteo Piantedosi vuole chiarire un aspetto del decreto: «Non deroghiamo alle tutele dei minori. Semplicemente viene previsto che in caso di rilevante afflusso e indisponibilità di strutture, il prefetto possa disporre la permanenza provvisoria per un periodo non superiore a 90 giorni – nei centri ordinari, ma – non vengono meno le tutele e il trattamento differenziato per il sedicente minore». Cambiano anche le funzioni dei militari impiegati nell’operazione Strade sicure: «Il personale verrà impiegato non più in forma statica ma anche dinamica per esercitare al meglio la funzione operativa e di deterrenza nei contesti dove operano, come le stazioni ferroviarie». Il ministro dell’Interno, poi, giustifica così l’espansione della rete dei Cpr: «È fondamentale. Già quest’anno, a legislazione vigente, registriamo il 20-30% in più di espulsioni rispetto allo scorso anno. C’è bisogno di strutture di trattenimento, dove finiscono persone che hanno condizioni di pericolosità convalidate dall’autorità giudiziaria. Abbiamo 4 anni di lavoro davanti e confidiamo che i numeri delle espulsioni saranno crescenti».

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