Giampiero Mughini racconta la lite con Nanni Moretti: «E tra Vannacci e Schlein sceglierei il generale»

Il giornalista e il bicchiere rotto dal regista

Il giornalista Giampiero Mughini è tra i fondatori de Il Manifesto ed è stato direttore di Lotta Continua. Ha recitato per Nanni Moretti in “Ecce Bombo” e “Sogni d’oro“. Poi ha scritto “Compagni addio” per abbandonare la sinistra. «Fu uno spartiacque positivo. Anche se doloroso. Paolo Flores d’Arcais non mi ha più rivolto la parola. Nanni Moretti neppure». Ma, racconta oggi al Corriere della Sera, non fu quella l’occasione in cui litigò con il regista romano. È successo quando nella casa del giornalista, così piena di oggetti preziosi da essere ribattezzata Muggenheim, Moretti ruppe un bicchiere: «Nanni lo gettava in aria, lo faceva volteggiare, e lo riprendeva al volo. Prima volta: paf! Seconda volta: paf! Terza volta: crash! Ma non abbiamo certo rotto per questo, bensì per “Compagni addio“. Eppure, se oggi Nanni tornasse in casa mia, lo abbraccerei».


Il bicchiere

Tanto più che i due sono vicini di casa: abitano entrambi a Monteverde. Mughini annuncia che a breve entrerà nella casa del Grande Fratello Vip: «Entro nella casa tra un paio di settimane. Senza cellulare e senza orologio. Porto la mia salsa per condire quella pietanza». Poi parla anche di Giorgia Meloni: «Me la trovai davanti la prima volta che avrà avuto diciotto anni: non sbagliò una parola. Pure al governo ha iniziato bene; poi si è ingarbugliata. Anche a causa della sua squadra: se giocasse a calcio, sarebbe in serie C». Tra lei ed Elly Schlein non ha dubbi: «Certo non la Schlein. Nulla in lei mi suona, tranne qualche sillaba che mi ricorda tempi remotissimi. Se mi chiedessero di andare a cena con la Schlein o con Vannacci, sceglierei il generale». Perché «non mi pare uno sciocco. Non per il libro, ma perché ha avuto un comando di uomini in zona di guerra».


Berlusconi e Craxi

Di Berlusconi, aggiunge nel colloquio con Aldo Cazzullo, invece ha un ricordo «non buono; buonissimo. Ero in una sua tv quando qualche leccapiedi disse: il presidente Berlusconi ha vinto l’Oscar. Risposi che l’Oscar l’aveva vinto Tornatore, con un film prodotto da Berlusconi. Il giorno dopo lui mi telefonò per ringraziarmi di aver corretto quell’importuno. Era la prima volta che lo sentivo in vita mia». E Craxi? È stato «un altro gigante, che ha cambiato la storia italiana. Non meritava di finire straziato in quel modo».

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