Il ministero della difesa taglia i fondi per il sacrario di Marzabotto e scoppia la polemica. Ma Crosetto non ci sta: «Li hanno chiesti in ritardo»

La replica del ministero della Difesa alle accuse della sindaca dem Cuppi: «Nel 2024 si rivaluterà il contributo»

Il Ministero della Difesa ha tagliato i fondi per il mantenimento e la cura del sacrario di Marzabotto. È questa la denuncia fatta dalla sindaca del paese dell’Appennino bolognese, Valentina Cuppi, durante la commemorazione del 79esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole, una delle più sanguinose stragi di civili della Seconda Guerra Mondiale, avvenuta in più aree del Bolognese. Una vera e propria sforbiciata, a suo dire: «Due terzi in meno rispetto al passato», ha scandito dal palco. Immediata la reazione di Roma, che ha rispedito le accuse al mittente: «Nell’ansia della sinistra di dimostrare che pericolosi fascisti sono al potere in Italia scopro che la sindaca del Pd di Marzabotto prima si dimentica di chiedere i fondi per il Sacrario. Poi li chiede in ritardo. Poi urla che li abbiamo tagliati», replica il ministro della Difesa, Guido Crosetto, con un post su Twitter. «I fondi – chiosa – ci sono e ci saranno».


La replica del ministero

Lo stesso ministero della Difesa si è detto «stupito per le pretestuose polemiche odierne» sul taglio dei fondi, bollato come «falso, sbagliato e mendace». Perché? A giudizio del dicastero della Difesa, «il Comune avrebbe dovuto avanzare la richiesta del proprio contributo entro il mese di maggio, ma è giunta agli uffici preposti solo ad agosto». Un ritardo pagato caro, insomma. Ma, in realtà, solo per poco tempo. Il ministero della Difesa ha già fatto sapere alla sindaca di Marzabotto che era «già stato comunicato che nel 2024, non appena pervenuti nuovi fondi, si sarebbe provveduto a rivalutare il contributo in maniera adeguata rispetto a quanto già preventivato nel 2023».


Bonaccini: «La Memoria non è questione contabile»

Nel frattempo, tra il ping pong di accuse tra il ministero e la sindaca dem, sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che, in un post intitolato «La Memoria non è questione contabile» ha puntato il dito contro il presunto taglio definendolo «una decisione sbagliata e inaccettabile». Perché, ai suoi occhi, una chiara «offesa alle vittime stesse e ai sopravvissuti, ai volontari che vi lavorano, alla sua comunità, alla nostra regione e all’Italia». Sostegno arrivato in egual misura anche dal deputato bolognese del Pd Andrea De Maria che ha annunciato di «voler presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere di ripristinare il finanziamento».

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