Concorsopoli alla Statale di Milano, Massimo Galli va a processo: le accuse per l’infettivologo

Rinviato a giudizio anche il collaboratore dell’infettivologo oggi in pensione, Massimo Riva

Il gup di Milano Livio Cristofano ha rinviato a giudizio l’infettivologo Massimo Galli, ex primario del Sacco in pensione e volto noto nelle fasi più drammatiche della pandemia Covid, e il suo collaboratore Agostino Riva nell’ambito dell’inchiesta sui presunti concorsi pilotati all’Università Statale di Milano. L’infettivologo dovrà rispondere della accuse di falso, mentre in dibattimento si deciderà se contestare anche la turbativa d’asta o l’abuso d’ufficio, per uno dei filoni dell’inchiesta milanese su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina della Statale di Milano. Il gup ha anche accolto i patteggiamenti, con un pagamento di circa 8mila euro, per altri due protagonisti dell’inchiesta, Claudio Maria Mastroianni, professore alla Sapienza di Roma e Claudia Colomba, associato all’Università di Palermo. Per loro le accuse erano di falso. Nell’inchiesta coordinata dai pm Carlo Scalas ed Eugenia Baj Macario le contestazioni nei confronti di Galli – rispetto a quelle originarie – erano state ridimensionate ed era rimasto solo un episodio di turbativa e falso per un concorso. Oggi – martedì, 3 ottobre – il giudice ha deciso di mandare a processo l’ex primario e Riva per falso e per una «imputazione alternativa» di turbativa d’asta o abuso d’ufficio. L’infettivologo, assistito dai legali Giacomo Gualtieri e Roberto Rigoni Stern, in aula stamani ha rilasciato dichiarazioni davanti al giudice per rivendicare la «correttezza del suo operato e anche la sua storia professionale», dice il legale Gualtieri.


La vicenda

Agostino Riva, suo stretto collaboratore, risultò il candidato vincente nel 2020 di un concorso per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente. Secondo l’accusa, Galli sarebbe intervenuto, come emerso dagli atti, come componente della «commissione giudicatrice sul verbale di valutazione dei candidati»: in questa veste avrebbe attestato che il «prospetto con i punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale» nel corso di una riunione da remoto del febbraio 2020 mentre, secondo gli accertamenti, sarebbe stato «concordato solo dopo». Per l’accusa, infatti, sarebbe stato lo stesso Riva a indicare i «punteggi». Per la vicenda sono finiti nei guai anche Claudio Maria Mastroianni, professore alla Sapienza di Roma e difeso da Caterina Fatta, e Claudia Colomba, associato all’Università di Palermo, componenti della commissione giudicatrice. In una delle altre tranche dell’indagine due imputati, tra cui il docente della Statale Francesco Auxilia, sono stati prosciolti a luglio in udienza preliminare. In un altro filone, invece, sono già stati mandati a processo Elio Franzini ed Enrico Felice Gherlone, rettori rispettivamente dell’Università Statale di Milano e dell’Università Vita-Salute del San Raffaele.


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