Napoli, terremoto ai Campi Flegrei, la gente in strada dopo la scossa: «Lo sciame sismico continuerà»

C’è chi aspetta con le valigie sul marciapiede. Le verifiche sulla stabilità degli edifici nella notte. L’Osservatorio Vesuviano: «Bisogna gestire la paura»

Lo sciame sismico dei Campi Flegrei fa ancora paura. Nella zona di via Pisciarelli, epicentro del terremoto, al confine tra il Comune di Pozzuoli ed Agnano, frazione di Napoli, durante la notte la gente è rimasta in strada. Alcuni si sono fatti coraggio e sono tornati nelle loro abitazioni, ma molti hanno ancora paura. La scossa di terremoto si è verificata poco dopo le 22: secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha avuto una magnitudo di 4.0 ed una profondità di 3 chilometri. L’agenzia di stampa Ansa riferisce che i sono persone, come una coppia di anziani, che aspettano con le valigie sul marciapiede: «Ora arrivano dei nostri parenti, ci porteranno a casa loro», dicono. Intanto, continuano le verifiche di stabilità degli edifici, sia pubblici che privati, ed anche presso alcune fabbriche. Un video ha immortalato la caduta di calcinacci.


La seconda scossa più importante

Nella notte Rete Ferroviaria Italiana ha annunciato la ripresa della circolazione, che era stata sospesa in via precauzionale. Ai microfoni di Rainews 24 Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli, ha detto che quella di stasera è stata «la seconda scossa più importante. Fortunatamente non ci sono danni. Certo, c’è paura e preoccupazione tra i cittadini. Ma non dobbiamo assolutamente cadere nel panico. Dobbiamo imparare a convivere con questa fase sismica, è uno sciame sismico che andrà avanti, proseguira’ nei prossimi giorni e mesi». Il primo cittadino ha anche annunciato che «abbiamo messo in campo tutte le azioni necessarie assieme alla Protezione civile. Dopodomani ci sarà un incontro in Prefettura con il governo, esiste un piano di evacuazione in caso di necessità, ma bisogna finanziare le opere di messa in sicurezza e per le vie di fuga». Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano Mauro De Vito ha detto ai microfoni di Canale 21 che «si è trattato di un terremoto superficiale, le persone lo hanno sentito bene soprattutto nell’area di Agnano, più vicina all’epicentro. Ci aspettiamo anche altri eventi, ma al di là di qualche calcinaccio caduto, allo stato non sembra ci siano danni importanti alle strutture». Per Di Vito «l’attività sismica prosegue e proseguirà. Su questo nessun dubbio. Il sollevamento del suolo continuerà. La difese da adottare consistono nei comportamenti corretti da tenere. Bisogna gestire la paura e fare tutte le verifiche del caso agli edifici. I terremoti non sono prevedibili ma posso assicurare che si sta facendo di tutto per mitigare gli effetti del sisma». I vigili del fuoco fanno sapere che non ci sono state richieste di interventi.


«Non ci dicono la verità»

Intanto il panico in zona aumenta. «Non ci dicono la verità», afferma una donna, sostenendo che la stima di magnitudo 4.0 sia sottostimata. «Mi sembrava che casa crollasse», dice un altro. Ed anche su Facebook, nel profilo del Comune e del sindaco di Pozzuoli Gigi Manzoni, ci sono commenti da cui traspare lo scoramento e l’ansia di persone che sono alle prese ormai da molto tempo con un interminabile sciame sismico. Un video che risale al 2011 e prodotto dall’Ingv simula l’effetto di un’eruzione sullo scenario più temuto e ritenuto anche il più improbabile. Quella della fine di settembre, di magnitudo 4.2, è stata la più forte degli ultimi 40 anni. Nei giorni scorsi l’Ingv ha fatto sapere che il terreno in zona ormai si alza di un centimetro e mezzo al mese. Il presidente dell’istituto Carlo Doglioni ha spiegato che «possiamo aspettarci ancora nuovi eventi e anche una crescita in termine di magnitudo. I terremoti stanno, infatti, aumentando sia in termini di energia che di numero». 

I due scenari

Nei giorni scorsi Doglioni ha anche detto che sono due gli scenari possibili di evoluzione per i Campi Flegrei. Quello migliore è che la crisi di bradisismo in corso termini come era accaduto per quella del 1983-84. Quello peggiore è un’eruzione simile a quella del 1538. «Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84», ovvero una crisi bradisismica che «è durata 2 anni poi si è fermata». Mentre «al momento lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo», del 1538, la più recente delle oltre70 eruzioni esplosive avvenute nei Campi Flegrei. Si tratta di «un evento molto diverso da quello avvenuto 39 mila anni fa, quando l’eruzione liberò oltre 400 metri cubi di materiale». Nel caso di un’eruzione, ha aggiunto il presidente dell’Ingv, «non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale». In ogni caso «è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo».

La supereruzione

Il vulcanologo dell’Ingv Giuseppe Mastrolenzo ha parlato nei giorni scorsi del pericolo di una “supereruzione” del Vesuvio a causa dello sciame sismico. L’energia rilasciata sarebbe «decine di volte superiore a quella del 79 d. C. di Pompei». Invece «è grave che si dia per scontato che si riuscirà a prevedere l’eruzione addirittura con 72 ore di anticipo, una ipotesi molto ottimistica, quasi come se avessimo firmato un contratto con il vulcano». Ma la dirigente dell’Ingv Francesca Bianco ha risposto che non ci sono segnali di una eruzione in arrivo: «Stiamo osservando un fenomeno bradisismico indotto indirettamente da una dinamica vulcanica e nessuno dei dati indica che si tratti del precursore di un’eruzione prossima ad accadere». 

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