Russia, la giornalista anti-Putin Marina Ovsyannikova condannata a 8 anni e mezzo di carcere

L’accusa è di «notizie false», come prevede la legge bavaglio di Mosca

La giornalista russa Marina Ovsyannikova – nota per aver protestato a marzo 2022 dietro la conduttrice di un notiziario della Tv di Stato russa con un cartello contro l’invasione russa dell’Ucraina – è stata condannata a otto anni e sei mesi di carcere in contumacia. La 45enne era fuggita dalla Russia poco dopo aver evaso gli arresti domiciliari il 5 ottobre dello scorso anno. La condanna risulta essere minore a quanto chiesto dalla procura russa, ovvero nove anni e mezzo di reclusione. L’accusa è quella di aver diffuso «notizie false». Intese come qualsiasi informazioni sulla guerra della Russia in Ucraina che sia in contrasto con la narrativa ufficiale, come prevede la legge bavaglio di Mosca entrata in vigore in otto giorni dopo l’inizio della guerra. Lo scorso luglio Ovsyannikova era stata condannata dal tribunale di Mosca anche a una multa di 50mila rubli, circa 830 euro. La giornalista – nei mesi precedenti – non ha mai smesso di protestare contro la guerra, anche di fronte alle udienze: «Quello che succede qui è assurdo, la guerra è orrore, sangue e vergogna», dichiarò l’estate dello scorso anno.


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