La nave della Ong Open Arms è oggetto di un fermo amministrativo di 20 giorni e di una multa. Che potrà andare da 3 a 10 mila euro. Lo fa sapere la stessa Ong, spiegando che al termine dello sbarco di ieri a Marina di Carrara il capitano della nave e la capo missione sono stati ascoltati per oltre 6 ore dalle autorità competenti per una ricostruzione di quanto avvenuto durante la missione. Al termine dell’audizione sono scattati il fermo e la multa. Le operazioni di sbarco, coordinate dalla prefettura, erano iniziate intorno alle 15.30. I naufraghi sono ospitati a CarraraFiere, dove oltre all’identificazione e alle visita medica, hanno ricevuto un pasto e il supporto necessario prima della partenza per i centri di accoglienza a cui sono destinati.
L’accusa
«Affronteremo il fermo e le conseguenti spese legali. Convinti di essere dalla parte giusta delle storia, abituati ormai da 8 anni a doverci difendere per un paradossale capovolgimento della realtà per cui chi salva vite viene inquisito, multato e fermato e chi invece incarcera, tortura, ricatta persone vulnerabili viene finanziato e sostenuto con fondi europei», fa sapere l’Ong su X.Sabato scorso Open Arms ha effettuato tre diverse operazioni di soccorso in acque internazionali. A bordo delle prime due imbarcazioni c’erano 33 e 36 persone. «Viaggiavano in condizioni di pericolo e senza equipaggiamento di salvataggio», dicono all’AdnKronos dall’ong. Dopo aver terminato i primi due soccorsi e aver ricevuto l’indicazione del porto da parte delle autorità italiane, la nave umanitaria ha ricevuto un mayday da Seabird, il velivolo di ricognizione di Sea-Watch, per un carretta del mare sovraffollata e in pericolo. «Il velivolo ci informava che la Open Arms era l’assetto navale più vicino all’imbarcazione in pericolo e che non c’erano altri assetti nelle vicinanze. Abbiamo, dunque, informato le autorità competenti e ci siamo diretti verso il target che era a circa 20 miglia dalla nostra posizione (2 ore circa di navigazione)».
Il fermo
E quindi: «Arrivati sul posto, ci siamo trovati di fronte a un gommone sgonfio e sovraccarico con a bordo 109 persone, 94 delle quali minori non accompagnati». Il team ha messo in sicurezza i naufraghi e ha effettuato il trasbordo delle persone sul ponte della nave. «Sempre informando in tempo reale le autorità italiane che non hanno mai fornito una risposta a nessuna delle mail inviate», specificano. Terminato il salvataggio la nave si è diretta verso il porto di Genova, inizialmente assegnato dalle autorità italiane e successivamente modificato in quello di Marina di Carrara.
Leggi anche: