L’incubo degli ostaggi nelle mani di Hamas, i giovani sequestrati e picchiati. Rapiti anche bambini, donne e anziani

In queste ore si moltiplicano le denunce dei parenti che lanciano appelli affinché i loro familiari possa tornare a vivi a casa

«Questa qui è mia nonna». Sotto la frase, l’immagine di un’anziana signora. Per la precisione lo screenshot di una testata online: occhiali squadrati, espressione rassegnata, sul ventre e le gambe quella che sembra una coperta rosa. L’anziana siede su un mezzo a motore. Attorno a lei diversi uomini e ragazzi. «Il suo nome è Yaffa Adar e ha 85 anni», continua la denuncia a mezzo social della nipote, Adva Adar, che racconta di come la donna sia stata rapita dai combattenti di Hamas mentre si trovava a casa propria. «Mia nonna ha creduto nel sionismo, in questo paese che l’ha abbandonata, come un ostaggio» – continua Adar furiosa – «apparentemente è stata gettata da qualche parte, soffre di forti dolori, senza farmaci, senza cibo e senza acqua, morendo di paura, da sola». Yaffa è solo una delle almeno 100 persone rapite dal gruppo terroristico palestinese.


Un’altra denuncia arriva da Yuval Cohen. «Condividete il più possibile. Hamas trattiene mia cognata Doron e le mie due nipotine Raz e Aviv. Hanno una quattro anni e mezzo e una due e mezzo. Appaiono in un video che mostra gli ostaggi rapiti andare verso Gaza». C’è anche la testimonianza di del 37enne israeliano Yoni Asher al Wall Street Journal. L’uomo ha dichiarato al quotidiano economico che sua moglie e le sue figlie, di tre e cinque anni, sono scomparse. Sua moglie ha 34 anni e si era recata in un villaggio vicino al confine con la striscia di Gaza per fare visita alla madre in vista della festa ebraica del Sukkot. Intorno alle 11 di ieri, Asher ha ricevuto una chiamata dalla moglie che diceva di trovarsi in una «stanza sicura» della casa dove i miliziani di Hamas avevano appena fatto irruzione. Pochi secondi dopo la comunicazione si è interrotta. Grazie a un servizio di tracciamento, Asher è riuscito a localizzare il telefono della consorte, che all’ultimo controllo si trovava a Khan Yunis nella striscia di Gaza. Asher ha anciato un appello affinché sua moglie possa essere riportata viva in Israele.


Gli ostaggi americani

Americani sono tra le decine di ostaggi tenuti a Gaza. Lo ha detto il ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer alla Cnn. Il ministro si è rifiutato di stimare il numero di americani rapiti, e ha definito selvaggio l’attacco contro Israele, affermando che donne, bambini e anziani sono tra gli ostaggi a Gaza.

Le lacrime del padre di Noa

Noa Argamani è una delle ragazze israeliane rapite dal festival al sud di Israele. Ha 25 anni e nel filmato allunga le braccia verso il suo fidanzato, Avi Nathan, costretto ad allontanarsi sotto la minaccia di una pistola. Dei due non si hanno più notizie, così come non si sa nulla di Shani Louk e dei tanti giovani presenti al festival. Il padre l’ha riconosciuta da un video che circola in rete. In lacrime ha dichiarato: «Speravo che fosse un errore e non fosse vero. E poi in ospedale un ragazzo mi ha chiesto se volevo vedere quel video. Ho detto di sì e ho capito per certo che si tratta di Noa. Era così pietrificata, così spaventata. Sono sempre stato così protettivo, ma in questo momento non potevo farlo»

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