Il blitz di Hamas tra i ragazzi a un rave, tra gli ostaggi anche una ragazza tedesca massacrata: la madre la riconosce dai video sui social

La donna ha lanciato un appello dei social per chiedere aiuto e la possibilità di ricevere notizie sulla figlia, cittadina tedesca che vive in Israele

L’orrore senza fine della guerra si è abbattuto anche su Shani Louk, tatuatrice di 30 anni, rapita mentre ballava nel deserto per il rave di Sukkot insieme ad altre migliaia di giovani. La ragazza è una delle vittime degli attacchi sferrati da Hamas contro Israele nella sanguinosa giornata di ieri, 7 ottobre: il suo corpo, seminudo e con le gambe spezzate, si intravede in un video postato sui social. Un uomo sputa sulla sua testa, un altro impugna un ciuffo dei suoi dreadlocks mentre urla: «Allahu Akbar», «Dio è grande». La madre di Shani l’ha riconosciuta dal tatuaggio su una delle sue gambe spezzate.


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L’appello di Ricarda Louk

Ricarda Louk, che vive in Israele, ha condiviso attraverso i social un appello, citato dalla Cnn: «Mia figlia, Shani Nicole, cittadina tedesca, è stata rapita da Hamas mentre partecipava con un gruppo di turisti a una festa nel sud di Israele – racconta – Mi è stato inviato un video dove ho potuto riconoscere mia figlia in una automobile, priva di coscienza, insieme a un gruppo di palestinesi, mentre attraversava le strade di Gaza». «Vi chiedo di inviarci qualsiasi aiuto o qualsiasi notizia. Grazie mille», aggiunge, mostrando la foto e il passaporto della figlia.

Al momento, però, la Cnn scrive che non sono note le condizioni in cui si trova Louk, né si hanno informazioni su dove sia. Una fonte del ministero degli Esteri tedesco ha dichiarato che «il Ministero degli Esteri federale e l’ambasciata tedesca a Tel Aviv sono in stretto contatto con le autorità israeliane per chiarire se e in che misura i cittadini tedeschi sono stati colpiti». I razzi lanciati da Hamas hanno sorvolato anche l’area in cui si stava svolgendo un evento musicale con centinaia di giovani: gli spari hanno colpito il “Nature Party”, una festival che durava da tutta la notte vicino al kibbutz Re’im, non distante dalla Striscia di Gaza. 

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