La lezione di David Grossman da Fazio: «Quello di Hamas è male assoluto, nessuno osi paragonarlo agli errori di Israele» – Il video

L’intervento dello scrittore israeliano alla prima puntata della nuova stagione di “Che Tempo Che Fa” sul Nove

È finita l’attesa per il ritorno di Fabio Fazio con il suo Che tempo che fa, traslocato dopo l’estate sul Nove dopo la rottura del rapporto con la Rai. Una nuova stagione ricca di sorprese, ma che non poteva che cominciare – nei giorni drammatici di quest’ottobre – dalla disamina del conflitto riapertosi tra israeliani e palestinesi dopo l’assalto terroristico di Hamas di sabato 7 ottobre. Ospite d’onore per commentare quanto accaduto, il suo significato e le sue conseguenze: lo scrittore israeliano David Grossman. Che dall’alto della sua decennale esperienza di scrittore, anche e soprattutto sui temi del conflitto, ha messo in guardia a modo suo chiunque sulla cesura epocale che quelle stragi hanno rappresentato. «Certo Israele ha commesso tanti errori negli anni. Ma questo è un male assolutamente unico, estremo, come non lo abbiamo mai conosciuto prima. Non è possibile paragonare neanche i 56 anni di occupazione con questo massacro brutale, perché il massacro aveva uno scopo: quello di colpire civili totalmente inermi». Grossman, come tutti gli israeliani – e non solo – è sconvolto per quanto accaduto, e non lo nasconde. «Essere esposto a una brutalità così incredibile, a questo male totale, ti fa non voler essere in quel mondo che permette dei comportamenti di questo genere. Hai la sensazione che la tua mente non possa contenere tutto questo, che la lingua non possa esprimere ciò che è stato fatto». Dopo aver ricordato il prezzo altissimo pagato dalla sua stessa famiglia al conflitto arabo-israeliano – suo figlio Uri morì all’età di 20 anni nel corso della guerra contro il Libano dell’estate 2006 – Grossman non ha lesinato comunque pesanti critiche al governo guidato da Benjamin Netanyahu, nell’occhio del ciclone per non aver protetto adeguatamente il fronte sud ed evitato il massacro. «C’era un patto dietro l’idea della fondazione dello Stato di Israele, di garantire un posto sicuro per gli ebrei. Hanno tradito quel patto. E ora la nostra paura è quella di perdere il nostro Paese, e di pagare un prezzo troppo grande».


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